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Elba Oggi
Settimanale di attualitą e cultura dell'Isola d'Elba
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Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo |
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Trovata una nave romana nel mare di Marciana Marina
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Ancora una importante scoperta Archeologica all'isola d'Elba, stavolta nel suo mare e, più precisamente, sui fondali di Marciana Marina. Ad una profondità di 64 metri è stato infatti ritrovato il carico di una nave colata a picco circa 2.000 anni fa. A rivedere la luce dopo tanto tempo sono stati nove dolia, grandi contenitori in ceramica dell'altezza di circa 2 metri e con una circonferenza di 5.
Suggestivo è stato anche il percorso per giungere a questa straordinaria memoria ritrovata. Sono stati i racconti di vecchi pescatori a spingere sulle sue tracce due appassionati elbani, Gian Lorenzo Anselmi, presidente del Circolo Legambiente Arcipelago Toscano, e Sergio Spina, esperto di architettura navale.
Anselmi e Spina avevano intuito da tempo che in quel tratto di mare poteva esserci qualcosa di importante. Le reti ci rimanevano impigliate e, stranamente, in una zona dove le carte nautiche indicavano la presenza di un fondo fangoso, i pescatori continuavano a tirare su aragoste, gronghi e murene anche di 15 chili. Indizi, niente di più, e rimaneva un sogno quello di far scendere qualche sub professionista a quella profondità proibitiva.
Pochi giorni fa invece c'è stato l'evento. Marco Agnoloni ed il Biologo Popi Adriani si sono immersi per verificare lo stato dei fondali e, in mezzo a nubi di pulviscolo fangoso, che rendono difficile la visibilità, hanno intravisto le sagome rotondeggianti dei grandi dolia, allineati a coppia.
Da parte di Legambiente è quindi scattata pressoché immediatamente la denuncia della scoperta alle Autorità più vicine (Sindaco e Carabinieri) per i provvedimenti del caso. Poi il breve filmato realizzato da Marco e Popi è stato mostrato al professor Michelangelo Zecchini.
"Pur con la riserva - ha detto il noto archeologo elbano - di verifica circa la forma esatta dei dolia e del loro impasto mi sembra che rimangano pochi dubbi: siamo di fronte al carico di una grossa imbarcazione della prima epoca imperiale. Con ogni probabilità il fasciame ed il resto del carico sono ancora sotto il fango. A giudicare dalle immagini, il relitto è intatto. Si tratta, in poche parole, di una tomba d'acqua, inviolata da 2.000 anni, che potrà fornire agli archeologi molte informazioni. Esse andranno ad aggiungersi a quelle che già conosciamo sulle navi onerarie con dolia e sulle loro rotte, raccolte con acume in un recente studio dalla Dottoressa Paola Rendini della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana".
Sergio Spina, dopo rapidi calcoli, ha aggiunto: "La nave non poteva avere una lunghezza inferiore a 20 metri e probabilmente toccava i 30. Causa del naufragio fu, verosimilmente, una forte libecciata che ne ha fatto perdere la governabilità, facendola sbattere sugli scogli". Il Sindaco di Marciana Marina, Giovanni Martini, sta già pensando a come tutelare e valorizzare il ritrovamento: "Si potrebbero piazzare - ha detto - telecamere fisse sul fondo per controllare il relitto 24 ore su 24, ma bisogna prima discuterne con la Soprintendenza e il Ministero competenti."
Umberto Mazzantini, consigliere Nazionale di Legambiente, ha colto l'occasione per fare un bilancio ed un auspicio: "Il patrimonio archeologico sottomarino dell'Elba - ha ricordato - è stimato per difetto in centomila pezzi. Molti di essi sono stati trafugati e una parte della nostra storia è perduta per sempre. E' l'ora di invertire la rotta. Cominciamo, tutti insieme, da questa straordinaria scoperta". |
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