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Elba Oggi
Settimanale di attualitą e cultura dell'Isola d'Elba
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Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo |
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Parchi: la situazione in Toscana
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Due terzi dei Parchi nazionali è già operativo, la metà ha già nominato Direttori e Presidenti, il turismo è ormai un motore ben rodato visto l'esercito di oltre 18 milioni di visitatori che godono ogni anno di strutture e servizi ben collaudati quasi ovunque. Sono questi alcuni dei dati che emergono dal Check Up del WWF sui Parchi nazionali presentato alla vigilia della II Conferenza nazionale delle Aree naturali protette che si tiene in questi giorni a Torino.
Tutto questo in 10 anni di applicazione di una buona legge su cui oggi il Governo vorrebbe mettere mano. L'analisi viene dal Wwf che coglie anche l'occasione per fare l'inventario dell'enorme ricchezza naturale che, grazie ai parchi, è stato possibile difendere, una vera "forza della natura" capace di attirare turismo e occupazione.
Resta un vuoto ancora sulla ricerca scientifica e il monitoraggio permanente della biodiversità e sulla presenza di figure dirigenziali nelle piante organiche compresi i "manager" verdi per gestire al meglio le 21 aree protette nazionali. Laddove ci sono carenze di gestione o problemi questi vanno individuati nella mancata applicazione della legge o nell'incapacità dei dirigenti e non, come si vorrebbe far credere, in presunti limiti normativi. A meno che per limite non si intenda la difficoltà che si ha nei parchi per realizzare nuovi impianti sciistici, strade in aree naturali, nuove edificazioni, la caccia.
"Una storia di successo - ha sottolineato Gaetano Benedetto, responsabile Relazioni Istituzionali del WWF - quella dei parchi. Nessuna altra Legge Quadro in Italia (pensiamo a quella sul Paesaggio o quella sulla difesa del suolo) ha prodotto in pari tempo risultati così tangibili. Il rischio ora si chiama riclassificazione dei parchi, ovvero, l'attribuzione alle aree protette di nuove denominazioni, come parco fluviale, agricolo, forestale o di cintura metropolitana, un fenomeno che sta già producendo i suoi danni in regioni come la Lombardia e il Lazio dove si stanno aprendo le porte a piani d'area che prevedono pesantissime infrastrutturazioni o si vogliono inserire nel sistema parchi agricoli che in realtà stralciano migliaia di ettari ai parchi esistenti".
Anche la Toscana presenta un complesso e articolato sistema di aree protette comprendente 3 parchi nazionali, 3 parchi regionali, 2 parchi provinciali, 70 riserve naturali, fra statali e regionali, oltre a 31 Anpil, ovvero aree protette a gestione comunale. Un sistema variegato che interessa gran parte delle aree naturali più significative della regione garantendo a diversi livelli e con diversa intensità ed efficacia la conservazione della natura toscana. Il bilancio di questo sistema presenta diverse voci positive accanto a qualche ombra.
Il Parco Nazionale dell'Appennino Tosco Emiliano, l'ultimo arrivato, deve essere ancora strutturato e benché propagandato a suo tempo come parco istituto con il consenso degli enti locali, la sua situazione appare del tutto insoddisfacente e registra un forte contenzioso tra Ministero e Regione per la nomina dei dirigenti del Parco. Il Parco delle Foreste Casentinesi, conosciuto per le sue bellissime foreste di faggio e abete bianco, è molto frequentato e offre una vasta gamma di servizi e strutture informative. Non ha ancora approvato il piano ed il regolamento, due fondamentali strumenti di gestione e deve fronteggiare quanti vorrebbero sfruttare le foreste con vecchi criteri che non tengono conto dell'immenso valore ambientale delle foreste.
Il Parco Nazionale dell'Arcipelago toscano invece, al centro di un duro confronto tra Ministero e Regione per la nomina del presidente, (attualmente è stato individuato come commissario il sindaco di Capoliveri), è chiamato a tutelare il prezioso ambiente delle isole minacciato da cemento e urbanizzazione. Un territorio sul quale bisogna operare con estrema cautela come hanno dimostrato i recenti disastri all'isola d'Elba. Desta qualche preoccupazione il futuro delle isole minori, di proprietà pubblica, veri scrigni della natura mediterranea.
Tra i parchi regionali (realtà ormai consolidate), Maremma, Migliarino e Apuane, solo quest'ultimo è ancora privo del piano di gestione, ritardo dovuto alla presenza delle attività legate al marmo. Non tutte le province (chiamate a gestire le riserve naturali) hanno approvato piani e regolamenti, un ritardo che non ha giustificazioni e che deve essere colmato quanto prima, le riserve sono infatti, se adeguatamente tutelate e gestite, uno straordinario strumento di protezione della biodiversità.
Infine le Anpil (aree naturali protette di interesse locale) a gestione comunale: interessano un territorio di 78.000 ettari, ma in due terzi di questo si continua a cacciare ed inoltre non sono previsti precisi strumenti di gestione. Una carenza di cui ha preso atto anche la regione, cui il WWF ha suggerito una serie di criteri e di azioni per fare in modo che anche queste aree possano svolgere un ruolo positivo nella protezione dell'ambiente.
Il Wwf si aspetta dalla Toscana, la regione ricordiamolo dove sono nate le prime oasi storiche dell'associazione (Bolgheri, Burano e Orbetello) un sempre maggiore impegno nel campo delle aree protette, soprattutto per assicurare alle aree già tutelate uno standard gestionale che sappia conciliare opportunità di sviluppo con le primarie esigenze e ragioni della conservazione dei beni ambientali.
Wwf Italia - Sezione regionale Toscana |
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