|
Elba Oggi
Settimanale di attualità e cultura dell'Isola d'Elba
Direzione, Redazione e Amministrazione: info@elbaoggi.it
Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo |
|
|
Sulle dune di Lacona interviene il WWF: sia demolito anche ciò che resta dell'abuso iniziale
|
|
Sulle dune di Lacona interviene il WWF: sia demolito anche ciò che resta dell'abuso iniziale
"Si conferma che il Parco Nazionale Arcipelago Toscano ha partecipato alla recente asta del 31 maggio u.s. inerente il terreno dunale del golfo di Lacona (aggiudicata per 510 milioni di lire alla Snc "Piazza Bovio" di Fabiola Catanorchi e C.) nei modi e nelle forme previste per un Ente Pubblico, come trascritto nei verbali di tale asta depositati presso il Referente della Procedura Notaio Miccoli di Livorno. In relazione ai manufatti abusivi presenti in tale terreno, si comunica che l’Ente Parco, ai sensi della normativa vigente e in accordo con precise indicazioni del Ministero dell’Ambiente, ha in corso di attivazione procedure tese all’abbattimento di tali opere." E’ questo il laconico comunicato stampa con il quale il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano conferma di aver partecipato all’asta per un terreno sulle dune di Lacona (e... aggiungiamo, di averla persa) ma di essere anche determinato nell'impedire speculazioni edilizie in una zona da proteggere invece sotto l’aspetto ambientale. Insomma… se il Parco avesse comprato quel "pezzo di dune" sarebbe stato facile… ma anche nella situazione attuale chi volesse costruire qualcosa su questo fragile ecosistema troverebbe pane per i suoi denti. Molto rammarico, naturalmente, nel mondo ambientalista locale per gli sviluppi di questa vicenda. Di seguito riportiamo la nota in proposito del WWF dalla quale traspare la preoccupazione, ma anche la determinazione, eventualmente, a combattere se sarà necessario.
Quei manufatti devono essere demoliti!
Per il WWF sarebbe stato molto importante che il Parco nazionale avesse acquistato il terreno sulle dune di Lacona (Capoliveri) andato all'asta giudiziaria il 31 maggio scorso. Ciò sarebbe stato un segnale positivo che il PNAT ha tutta l'intenzione di salvaguardare il territorio che gli è stato affidato dalla legge nazionale. Circa 9.000 metri quadrati, questi di Lacona, su cui gravano i resti di colonne in cemento armato retaggio di una costruzione controversa, mai terminata, e la cui cui demolizione si limitò nel 1992 al solo immenso tetto a pagoda, lasciando intatte piattaforma e colonne in cemento armato in un'area che risulta essere di assoluto interesse naturalistico. La partecipazione del PNAT alla gara, e magari l'acquisizione dell'area, assumeva un grande significato: un tassello di proprietà del Parco nell'ultima duna naturale dell'Elba, un'area, se acquisita, che avrebbe potuto essere destinata a "giardino botanico di duna" favorendo la colonizzazione delle essenze pioniere delle sabbie. Una soluzione ragionevole per tutti che però non si è realizzata. Il WWF ha così molto apprezzato le dichiarazioni del Presidente del PNAT Tanelli alla stampa su questa asta che ha visto una società, la Piazza Bovio Snc, per un prezzo record di £.512.000.000 (la base d'asta era di 105 milioni) aggiudicarsi sia il contestatissimo manufatto che il terreno sulla duna. Proprio per tali motivi, secondo il WWF, già dal Consiglio direttivo di venerdì prossimo si dovranno ribadire i principi di tutela di cui il PNAT deve farsi carico nella conservazione della dune relitte di Lacona. Sarebbe quindi un segnale quanto mai inequivocabile in questa direzione, verificando preventivamente il percorso da seguire, proporre sin d'ora l'abbattimento completo anche della piattaforma e delle colonne che gravano sull'area vincolata. In questa direzione il wwf si era in ogni caso autonomamente e tempestivamente impegnato, allorchè il 18 maggio scorso, in maniera discreta per non creare turbative d'asta e paventando a ragione un possibile esito deludente della gara, la Sezione locale arcipelago Toscano del WWF aveva rivolto formale istanza al Comune di Capoliveri, alla Prefettura ed alla Soprintendenza di Pisa per l'abbattimento di tali manufatti sulle dune di Lacona. Accludendo alcuni rilievi fotografici dell'aprile 2000 e precedenti, ricordando pure che i manufatti sorgono su un'area soggetta a vincolo paesaggistico e che erano stati in passato oggetto di parziale demolizione, poiché risulta che la concessione edilizia riattivata nel 1991 era stata sospesa con pronunciamento del TAR Toscana 1^ Sezione n. 151 del 1992. Lamentando che la demolizione aveva interessato solo la copertura a pagoda, in cemento armato, posta al di sopra delle colonne e lasciando le stesse sostanzialmente ed inspiegabilmente intatte, insieme alla piattaforma collocata tra le stesse. Alla demolizione del manufatto ed alla messa in pristino dei luoghi secondo il WWF si deve giungere alla luce anche delle recenti sentenze della Cassazione (Sez. VI del 15 febbraio 2001 n. 6192) in materia di omissioni di intervento su abusi edilizi, nonché della Corte Costituzionale (ord. 6/3/2001 n. 46) con la quale viene stabilito che la concessione in sanatoria per abusi edilizi in aree soggette a vincolo non è assolutamente prevista dalle norme e quindi non può essere rilasciata dal Comune. Ad ogni buon conto il WWF, forte della sentenza del TAR della Toscana dell'anno scorso che gli ha riconosciuto il diritto di acquisire le pratiche edilizie di altre costruzioni sulle dune di Lacona, non lontane da queste andate all'asta, ed esercitando la libertà di accesso alle informazioni in materia ambientale, ha pure chiesto al Comune le motivazioni, se ve ne sono, che hanno impedito sinora di procedere al completamento della demolizione di quando è oggi andato all'asta. |
|
|
|
|