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Elba Oggi
Settimanale di attualitą e cultura dell'Isola d'Elba
Direzione, Redazione e Amministrazione: info@elbaoggi.it
Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo |
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Viale del tramonto
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Che inquietante e triste spettacolo siamo costretti a vedere in questi giorni. Mentre le grandi tv nazionali italiane alternano qualche buon reportage a invereconde spettacolarizzazioni della guerra e cadute clamorose di stile vediamo, preoccupati, i cittadini sentirsi impotenti di fronte a quanto sta avvenendo in Iraq.
Ci vediamo anche costretti a segnare a lutto questo numero del giornale, un lutto per i morti sia iracheni che occidentali, le cui vite vengono spente in nome del profitto di lobbies e di grandi interessi economici. Per fortuna in tutto il mondo la gente manifesta e soprattutto si indigna si indigna per questa guerra ipocrita e senza altra giustificazione se non quella dettata dagli interessi di pochi.
La più bella e significativa manifestazione all'Elba è stata fatta a Rio Marina dove un discusso e discutibile simbolo di guerra, un cannone posizionato sulla sommità del posto, è stato ornato di fiori. "Mettete dei fiori nei vostri cannoni" insomma, riproponendo la richiesta dei giovani di quasi 40 anni fa tutt'ora inascoltata. Con la differenza però, rispetto ad allora, che prima era questo lo slogan di poche "avanguardie" mentre adesso è un motto condiviso praticamente da tutti.
Ed è anche per questo che è probabile che l'aggressione all'Iraq abbia per la superpotenza americana, alla lunga (e chissà, forse neanche troppo lunga), conseguenze più devastanti rispetto alle altre aggressioni del passato (perché di aggressioni purtroppo si deve parlare).
I fatti del resto sono riassumibili in modo semplice: L'Iraq costituisce la seconda riserva petrolifera del mondo, ed in aggiunta è anche un paese con altre risorse, prima tra tutte l'acqua, che invece manca nelle altre sterminate distese desertico-petrolifere.
Un tassello decisivo quindi, un pezzo del puzzle che doveva essere messo a posto secondo un certo modo di pensare americano ed occidentale convinto che il mondo debba essere omologato al nostro modi di essere ed alla nostra mentalità ed asservito alle ragioni del consumismo e dell'economia di mercato.
Ed è partita dunque l'aggressione a quel paese contro il volere di tutto il mondo (americani ed inglesi compresi, si ricordi, dato che il punto di vista dei governanti non riflette affatto quello che è il sentire del loro popolo). Come può una guerra basata su questi presupposti non trasformarsi in qualche modo in un boomerang per chi l'ha scatenata?
Come potrà il modello americano, salvo che davvero questa guerra non finisca al più presto, proporsi ancora come faro illuminante per l'umanità? Dove troverà il consenso e l'autorevolezza? Può mantenerle come dicevamo solo se tutto finirà presto, magari anche sotto la spinta delle proteste del popolo statunitense che si stanno facendo ogni giorni più significative (e speriamo soltanto che qualcuno non voglia far durare a lungo la guerra per far salire il prezzo del petrolio, magari quello texano).
In altre parole George Bush ha fatto imboccare il fatidico Viale del Tramonto al suo grande paese. Un luogo, gli Stati Uniti che amiamo, desideriamo sottolinearlo. Chi scrive ha vissuto e lavorato in America per alcuni anni, ha lì molti amici, parenti ed un ricordo bello ed entusiasmante, cose che per altro rendono ancora più triste il momento che stiamo vivendo.
Lo stesso Bill Clinton ebbe a ricordare, una volta, che il ruolo di superpotenza planetaria non poteva esse un appannaggio perenne degli Stati Uniti, che un domani a guidare il mondo poteva esserci qualcun altro, magari la Cina, o l'India o la stessa Europa.
Ci siamo chiesti se Bush non abbia addirittura voluto, in questi ultimi tempi allontanare tutto questo. Certo è che se fosse così dimostrerebbe di non conoscere la Storia poiché sempre chiunque abbia voluto, con l'uso della forza, conquistare il mondo ne è uscito con le ossa rotte.
Franco Oriolo |
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