Si chiamava Giulio Tamagnini, 82 anni, ex ambasciatore per il nostro paese in mezzo mondo, dall'Iran del passaggio tra la monarchia dello Scià e la repubblica islamica di Khomeini (raccontata dal Tamagnini in un libro intitolato "La caduta dello Scià - Diario dell'Ambasciatore italiano a Teheran 1978-1980, Edizioni Associate) , a Mosca, Pechino, Washington, soprattutto nel periodo delicato della "guerra fredda".
Giulio Tamagnini aveva eletto l'Elba e Cala Mandriola quasi a sua seconda casa, luoghi che frequentava sia nei periodi estivi che in quelli fuori stagione. Così ieri mattina (venerdì 18 luglio), verso le 11,30 era sceso in mare.
Solo pochi minuti, neppure il tempo di chiedere soccorso ed è stato probabilmente colto da malore, ovvero, come suppone l'ospedale di Portoferraio che ha accolto il corpo già privo di vita del Tamagnini, da un arresto cardio circolatorio.
Nulla hanno potuto né la Guardia Costiera, impiegata in quel momento nel servizio Spiagge sicure sul versante est dell'isola, né la Pubblica Assistenza di Capoliveri, la quale, attorno alle 13,15 non ha potuto che constatare il decesso della persona soccorsa. Solo presso l'Ospedale si è potuta verificare l'identità della vittima, Giulio Tamagnini, diplomatico in pensione, milanese, oggi residente a Roma.
Di tutt'altra natura il secondo intervento della giornata, dovuto a imperizia e spavalderia che potevano costare care a due bagnanti intenzionati a percorrere a nuoto il tratto di mare tra la spiaggia di Cavo e l'isolotto dei topi.
Sottovalutato il percorso e probabilmente troppo stanchi per fare rientro da soli, sono stati tratti in salvo dal gommone della Capitaneria di Porto di Portoferraio e riportati a riva.
(M. B.) |