Egisto Gimelli, esponente regionale del Wwf Toscano, scrive al sindaco di Campo nell'Elba, Antonio Galli, sollevando una questione tanto delicata quanto importante: la gestione dei rifiuti solidi urbani...
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Lettera aperta ad Antonio Galli, Sindaco di Campo nell'Elba
Caro Sindaco
Spero mi permetterai di darti del tu, come faccio da una vita, anche in questa occasione. Ma ti sembra possibile che il nostro amato paese, che a chi arriva in barca potrebbe anche sembrare di un qualche pregio estetico (Il Golfo di Galenzana, La torre, il rione delle Scalinate, i pescherecci), accolga in questo modo tra i rifiuti, da paese di fascia bassa del terzo mondo il malcapitato diportista non appena mette i piedi a terra, o i turisti reduci dalla visita all'isola di Pianosa?
Se fossi Sindaco io, prima di sparare fuochi di artificio e inaugurare monumenti (bruttini) ai padri della patria, pagherei più ore di straordinario agli operai addetti alla raccolta dei rifiuti e svuoterei di più i cassonetti, tanto quanto serve a tenerli vuoti. Più è semplice disfarsi dei rifiuti, meno se ne troveranno in giro. Il ragionamento è lapalissiano.
Tra l'altro con quello che spende il nostro concittadino produttore di orologi di moda, per la sua promozione in Italia e nel resto del mondo, l'effetto complessivo del suo vistosetto logo, che sovrasta questo "monte a ricoglie" di schifezze, è lo stesso di chi mettesse la classica cravatta (in questo caso, almeno di Hermes) a uno di quei maiali che, io a Campo e tu a San Piero, non possiamo negare di aver conosciuto in sufficiente numero per capire quello che intendo dire.
E ora la parola alla difesa. Attendo risposta.
Cordialmente,
Egisto Gimelli
PS: Non mi rispondere, sindaco Antonio, che appena la tua Amministrazione avrà messo i cassonetti sotterranei (automatizzati, semoventi, elettronici, interattivi etc etc) lo sconcio finirà. Quelli che state per mettere alla radice del molo foraneo, sotto i colpi del mare di scirocco, saranno un ammasso di ruggine in un solo paio di inverni, altro che elettronica.
E quelli dello stesso tipo che avete già messo in altre zone, sono purtroppo sommersi dai sacchetti di turisti che (io li capisco) non hanno le tessere magnetiche per farli funzionare, o li trovano rotti come capita a me. Ti rinnovo pertanto un appello accorato: svuotiamo di più i cassonetti tradizionali, tanto quanto serve a tenerli vuoti. Se in tanti posti anche di minori pretese ci riescono, perché qui da noi no? |