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Elba Oggi
Settimanale di attualità e cultura dell'Isola d'Elba
Direzione, Redazione e Amministrazione: info@elbaoggi.it
Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo |
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Su come è stato gestito il G8 di Genova... il "J'accuse dei DS"
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"I fatti di Genova inducono necessariamente una riflessione: dopo anni si torna a morire nelle piazze italiane in occasione di manifestazioni e si torna agli scontri duri fra forze dell’ordine e manifestanti". Inizia così, amara e senza giri di parole, una nota dei DS dell’isola d’Elba su quanto è successo a Genova, la settimana scorsa, in occasione del vertice del G8. Un pò tutta la sinistra elbana è comunque su questa lunghezza d’onda e c’è anche da segnalare la manifestazione pacifica, contro la globalizzazione e per protestare su fatti di Genova, che si tiene a Portoferraio nella serata di sabato 28 luglio. Non erano pochi per altro gli elbani presenti nel capoluogo ligure come manifestanti: c’erano membri di Rifondazione Comunista ma anche gruppi ambientalisti (a cominciare da Legambiente) e... "liberi pensatori". Nessun gruppo violento però, forse anche per questo sono tutti tornati a casa senza un graffio.
Ma tornando alla posizione ufficiale della Quercia... "E’ necessario capire – si legge ancora nel documento diffuso dai DS - come una manifestazione legittima e pacifica che coinvolge decine di migliaia di persone possa trasformarsi in una battaglia campale che lascia sul terreno un morto ed una moltitudine di feriti tra i manifestanti e tra le forze dell’ordine.
Comunque, al di là delle responsabilità evidenti nella disorganizzazione e nella impreparazione da parte delle istituzioni, è giusto domandarci se sia utile o meno organizzare questo tipo di incontri. Siamo convinti – continua la nota – che, al di là della sfilata propagandistica del "miliardario ridens", i risultati del summit fra i potenti del mondo abbia dato poche e insufficienti risposte a quelle che erano le richieste che erano pervenute a Genova da parte dei Paesi più poveri del pianeta.
Un’elemosina per sconfiggere "un inconveniente" (così l’ha definito Berlusconi) quale è l’AIDS in Africa, non è sufficiente a farci pensare che nella cittadella della zona rossa a Genova si sia veramente lavorato perché la globalizzazione servisse quale occasione per permettere ai poveri della terra di iniziare un percorso di evoluzione delle proprie condizioni di vita e per ottenere il rispetto dei diritti di tutti i cittadini del mondo e la salvaguardia dell’ambiente".
I DS elbani si dicono anche convinti che sia necessario superare questo tipo di vertici, e mettono in evidenza il fatto che i principi di solidarietà che debbono stare alla base delle politiche delle grandi nazioni dovrebbero essere discussi nella sede deputata a questo e cioè l’O.N.U. Nella nota degli uomini della Quercia non si nasconde la preoccupazione per le risposte date dal governo italiano ai gravi fatti successi a Genova.
"E’ evidente – scrivono ancora i DS – il fatto che si sia sottovalutato, forse volutamente, la presenza delle frange più violente del movimento, questo per screditare la grande massa di persone che manifestavano invece pacificamente, e che sono state coinvolte negli scontri a causa di una gestione irrazionale delle forze dell’ordine.
Sentire le risposte degli esponenti di questo governo, dopo gli scontri, i feriti, la morte del giovane Carlo Giuliani, i blitz notturni, ci fa pensare che sotto il doppiopetto firmato cominci a uscire la camicia nera, soltanto celata e mai dismessa.
Siamo preoccupati! Le scelte di questo governo – conclude la nota - in materia di lavoro e di stato sociale, si stanno indirizzando verso una sempre maggiore tutela per le grandi imprese a scapito dei lavoratori e delle fasce più deboli della popolazione.
Speriamo che Berlusconi e il suo fido Scaiola, che dovrebbe avere la responsabilità di dimettersi, abbiano capito il grave errore fatto e che non pensino di utilizzare gli stessi metodi quando si dovranno affrontare, anche in piazza, le proteste di chi non condivide questo modo di governare". |
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