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Elba Oggi
Settimanale di attualitą e cultura dell'Isola d'Elba
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Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo |
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Porto Azzurro: soldi tutti per Barbarossa?
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Rifondazione comunista aveva, nelle settimane scorse, presentato una interrogazione in Regione su Porto Azzurro e sul fatto che quel comune abbia destinato solo alla località di Barbarossa, trascurando quindi il resto del territorio, ingenti fondi per il rispristino idrogeologico. Ora Legambiente riprende il discorso affiancandosi alle istanze di Rifondazione e chiedendo che la Regione intervenga
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Legambiente accoglie con soddisfazione la mozione che i consiglieri di Rifondazione comunista hanno presentato alla Regione Toscana sulla destinazione dei fondi per il riassetto idrogeologico spesi nel Comune di Porto Azzurro dopo l'alluvione del 4 Settembre 2002. Rifondazione contesta la scelta di spendere tutto sul fosso del Barbarossa invece che in altri torrenti che avevano fatto registrare maggiori danni.
E' singolare la coincidenza che proprio nella zona del Fosso del Barbarossa ci siano proprietà dell'ignegner Coppetelli, dell'ex prefetto di Isernia, Pesce, e dell'ex prefetto di Livorno, Gallitto, tutti pesantemente coinvolti nella vicenda degli scandali edilizi elbani, e che nella stessa zona ci siano proprietà di amministratori in carica. E' strano che si scelga di concentrare le opere di difesa idraulica e sulle aree che dovrebbero essere cementificate con il nuovo Piano strutturale.
Infatti, la mozione di Rifondazione comunista potrebbe essere l'occasione per capire cosa stia succedendo al Piano strutturale di Porto Azzurro e cosa intenda fare la Regione Toscana per difendere davvero questo territorio e in particolar modo la fascia costiera dove le previsioni di nuove edificazioni sono diffuse e ancor più preoccupanti che nella sola Barbarossa.
Legambiente ha presentato le proprie osservazioni al Piano strutturale nel lontano 14 giugno 2002. Da allora il Consiglio comunale non ha più discusso il Piano né le osservazioni. Eppure la legge 5 della Regione Toscana dice che i cittadini e le associazioni hanno 30 giorni di tempo per prendere visione del Piano strutturale depositato all'Albo, poi ci sono altri 30 giorni di tempo per presentare osservazioni; dopo 90 giorni dalla scadenza del deposito "il Comune si pronuncia nuovamente sul progetto provvisorio, confermandolo o apportando modifiche conseguenti alle osservazioni pervenute".
Però, dopo le osservazioni, il Consiglio comunale di Porto Azzurro non è mai più stato chiamato a discuterle ed il Piano di Porto Azzurro non è più riemerso dal cassetto in cui è stato confinato, violando così la legge regionale ed i diritti dei cittadini ad avere una risposta alle loro istanze e le competenze di Provincia e Regione. Qualcuno pensa di intervenire per ristabilire l'iter previsto dalla legge?
Eppure il Piano strutturale di Porto Azzurro fa previsioni preoccupanti per il secondo più piccolo Comune per estensione territoriale dell'Elba (uno dei meno estesi dell'intera Toscana): 41.660 metri cubi di edilizia residenziale, 13.350 mc di edilizia commerciale e produttiva, 49.200 mc di edilizia ricettiva e turistica, per un totale di 97.910 mc. a cui vanno aggiunti molti e massicci interventi che, stranamente, non vengono quantifiti in metri cubi.
In aggiunta il Piano strutturale, oltre ad ignorare l'esistenza del Parco Nazionale su gran parte del territorio Comunale, ripropone il grande condominio albergo a Pontecchio, un "ecomostro" da 400 posti letto che dovrebbe sorgere in piena area protetta e che è già stato bocciato da Tar e Consiglio di Stato.
Il perverso e spregiudicato meccanismo clientelare e propagandistico è stato spiegato bene da Mauro Febbo, l'ex presidente della Comunità Montana travolto dallo scandalo Montecarlo, in un'intervista ad un noto giornale toscano (Il Tirreno). Febbo, ex consigliere ed ex assessore comunale di Forza Italia a Porto Azzurro, il 5 dicembre diceva: "un Piano strutturale che ha passato soltanto la fase dell'adozione non è ancora niente. Allora succede che una giunta comunale, per non perdere i potenziali consensi elettorali che potrebbero giungere da chi ha fatto domanda di costruzione, nel piano ci mette tutto. E' normale, a togliere cemento ci penseranno poi Provincia e Regione".
E ancora: "I terreni acquistati dal prefetto Gallitto sono inseriti in una grande area edificabile ma quel Piano fa previsioni di edificabilità un po' ovunque, persino sotto il Monte della Croce. Abbiamo fatto così per evitare compravendite strane e per accontentare un po' tutti". Questa è la squallida politica che muove i nostri amministratori, proprio un bell'esempio di programmazione urbanistica e di sviluppo sostenibile nel rispetto del Piano territoriale di coordinamento provinciale e della legge regionale n° 5.
La Regione e la Provincia colgano davvero l'occasione che si presenta con l'interrogazione di Rifondazione comunista e mettano finalmente il naso in un Comune sfigurato da una crescita urbanistica incontrollata e che ha visto trafficare molti degli indagati eccellenti di questi giorni e che è stato teatro di abusi eccellenti e tentativi di colossali speculazioni edilizie.
Legambiente Arcipelago Toscano |
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