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Elba Oggi
Settimanale di attualitą e cultura dell'Isola d'Elba
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Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo |
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Cinghiali: ricorso al Tar degli ambientalisti
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Linea dura delle associazioni ambientaliste contro la politica messa in atto dal Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano per contenere il proliferare dei cinghiali sull'isola. Il Parco si serve dei cacciatori, ma lo fa in un modo che per Wwf e Legambiente è, di fatto, un consentire l'attività venatoria nell'area protetta
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Dopo mesi di appelli, caduti nel vuoto, per una gestione faunistica nell'Area Protetta dell'Arcipelago Toscano degna di un Parco Nazionale e di minacce di ricorrere alle vie legali, il 17 Dicembre il Wwf nazionale e Legambiente Toscana hanno proposto, presso il Tribunale Amministrativo Regionale della Toscana, un ricorso contro quegli atti emanati dal commissario del Parco Ruggero Barbetti che, di fatto, aprono la caccia nel Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano.
Infatti, con le determinazioni del commissario, illegittime secondo gli ambientalisti, si autorizzano i cacciatori provenienti da tutto il territorio nazionale a trasformare il Parco in una sorta di riserva per la caccia al cinghiale, senza un effettivo e puntuale controllo da parte del Corpo Forestale dello Stato.
Sin dallo scorso anno Barbetti ha emanato una serie di specifiche e mirate ordinanze volte a consentire di fatto la caccia nell'area protetta anche con l'uso dei cani e quindi con tecniche di "braccata". Sembra quasi che il commissario intenda sviluppare una forma di destagionalizzazione dell'offerta turistica, inedita nell'ambito delle aree protette: il turismo venatorio.
In attesa delle decisioni del Tar, Wwf e Legambiente, chiedono che vengano immediatamente sospesi gli interventi di abbattimento con i cacciatori, interventi che, tra l'altro, non stanno dando risultati efficaci nel contenimento della popolazione di ungulati.
Inoltre, gli ambientalisti chiedono che, dal marzo 2004, venga realizzata una massiccia campagna di trappolamento, e aumentati, contestualmemente, i controlli delle Forze di Polizia per impedire che ignoti sabotino le trappole, causando un grave danno economico al Parco Nazionale.
Infatti, la cattura con le trappole risulta uno dei metodi di prelievo più efficaci consentiti nelle Aree Protette, come indicato dall'Istituto per la Fauna Selvatica e dalle stesse linee guida dettate dal Ministero dell'Ambiente per la gestione degli ungulati nei Parchi Nazionali.
La braccata con mute di cani è, d'altro canto, sicuramente considerata tra le tecniche da evitare per il fortissimo impatto sull'ambiente e sulla fauna minore, tanto da non essere stata autorizzata dal Ministero dell'Ambiente. Invece viene tranquillamente praticata all'Elba dentro il Parco, addirittura seguendo il normale calendario venatorio e le esigenze delle varie squadre di cacciatori.
Una violazione della legge sui Parchi, un pessimo esempio di gestione della fauna attraverso il libero esercizio venatorio, che rischia di venire imitato anche in altre Aree protette. Proprio per evitare tutto questo Wwf e Legambiente hanno proposto il ricorso al TAR, per richiamare il Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano al rispetto di leggi, regolamenti e direttive ed il Ministero e far rispettare anche all'Elba le linee guida che ha dettato.
Wwf Arcipelago Toscano
Legambiente Arcipelago Toscano |
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