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Elba Oggi
Settimanale di attualitą e cultura dell'Isola d'Elba
Direzione, Redazione e Amministrazione: info@elbaoggi.it
Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo |
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Cellulari, che passione!
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Il periodo natalizio e di inizio anno è stato caratterizzato all'Elba, sul fronte del dibattito politico istituzione, da un lungo e talvolta aspro botta e risposta, tra il sindaco di Rio Marina e Legambiente, su un ripetitore per i cellulari. Scambio per altro ad alto livello istituzionale dato che il sindaco è anche senatore e membro del governo e che per Legambiente sono intervenuti i vertici nazionali
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Il 22 dicembre scorso il sindaco di Rio Marina, senatore Bosi (Udc) ha inviato una lettera aperta al direttore nazionale di Legambiente. La lettera faceva seguito alle dichiarazioni del sindaco di Rio Marina (che è anche sottosegretario alla Difesa del governo Berlusconi) che, nel corso di un'assemblea pubblica in cui egli si confrontava con i cittadini sulla contestata installazione di un ripetitore per i cellulari nella frazione di Cavo, aveva accusato Legambiente di essere "un centro di potere incontrollato, esterno alla democrazia, che scatena campagne terroristiche. E' un vulnus estraneo alla democrazia". Il direttore di Legambiente ha replica alla lettera aperta del sindaco e chiarito definitivamente la questione. Di seguito pubblichiamo le due lettere.
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Lettera aperta del senatore Francesco Bosi, sindaco di Rio Marina Rio Marina, 22 dicembre 2003
Egregio Direttore,
penso che sia dovuta una replica in merito ad alcune sue dichiarazioni che leggo sulla stampa a commento del mio intervento ad un'assemblea tenuta a Cavo, nel Comune di Rio Marina, di cui sono Sindaco. Le mie dure critiche all'operato di Legambiente si riferiscono al comportamento tenuto da alcuni esponenti dell'Associazione nella vicenda dell'installazione di una stazione radio per la telefonia nel centro abitato di Cavo. Costoro, in più occasioni, a proposito dell'impianto, hanno parlato di pericolosità per la salute pubblica, con affermazioni che considero gravi, e che non sono suffragate da alcun riscontro scientifico né tantomeno giuridico.
La questione nei suoi termini essenziali è assai chiara. La Legge n. 36 del 2001 (cosiddetta Legge Ronchi) come Ella ben sa, è considerata la più avanzata d'Europa, ed ha introdotto un sistema di garanzie considerato fortemente cautelativo rispetto al precedente. Questa Legge prevede che le antenne per la telefonia collocate in aree abitate rientrino nei limiti (non di attenzione, ma) di qualita' di 6 v/m, dove -fuori da ogni ragionevole dubbio- non sussiste alcuna ombra di pericolosità per la salute. Germania, Francia e Gran Bretagna consentono 60 v/m e ritengono quel livello assolutamente sicuro. La nostra soglia di sicurezza è dieci volte più alta della loro. L'Italia è senza dubbio il Paese più sicuro d'Europa.
Per l'applicazione di questa legge pochi giorni fa, con il patrocinio del Ministero delle Telecomunicazioni è stato sottoscritto un protocollo d'intesa fra i Comuni Italiani, rappresentati dal Presidente dell'ANCI, Leonardo Domenici (Sindaco di Firenze) e i gestori della telefonia. Tutti i Sindaci d'Italia, me compreso, debbono considerare l'esigenza di collegamenti efficienti, senza alcun dubbio per la tutela della salute pubblica.
A questo proposito non mi risulta che Legambiente a livello nazionale abbia contestato la Legge Ronchi o il recente Protocollo d'intesa. Se dunque non ci sono remore sulla normativa perché organizzare sit-in, girotondi e proteste ad ogni installazione di un'antenna che risponda ai requisiti di legge? Non configura forse, quest'atteggiamento, un procurato allarme sociale, del tutto ingiustificato che rischia dì sconfinare nell'illegalità? Perché terrorizzare i cittadini -che giustamente si preoccupano per la loro salute- se non vi sono fondati motivi di preoccupazione?
Ecco perché parlo di terrorismo psicologico, che arreca grave danno alla popolazione, e pone di fronte ad una sistematica protesta gli enti che devono rispondere della legalità del loro operato e comunque consentire che si possa assicurare un servizio fino a prova contraria utile a tutti. Dato che ritengo in generale meritoria l'azione di Legambiente, come ho avuto già occasione di dire in circostanze analoghe, mi corre l'obbligo di rilevare siffatti comportamenti che, prescindendo da ogni serio riscontro delle problematiche scientifiche ed amministrative delle questioni, finiscono per rappresentare elementi di turbativa del sistema istituzionale, fondato Sui principi di rappresentatività e responsabilità.
Tanto più un'associazione è importante e gode di credito presso la pubblica opinione, tanto più ha il dovere di osservare una condotta seria, coerente e responsabile. Qualora, sulla scorta di documenti e studi scientifici ad oggi sconosciuti, la vostra Associazione abbia fondato motivo di ritenere non sufficientemente garantisti i limiti della Legge Ronchi, allora che assuma iniziative per cambiarla, e provveda ad informarci ufficialmente, così che possiamo tenerne conto. Altrimenti si taccia.
Questo è quanto ho inteso dire, e confermo, tralasciando di menzionare altri singolari atteggiamenti di esponenti elbani di Legambiente, i quali, com'è ormai evidente, forniscono certificati di "buona condotta ambientale" o "condanne" ai vari Comuni, non sulla scorta di elementi riconducibili ad obbiettività, ma sulla base di simpatie sapientemente ispirate.
Le porgo i miei più cordiali saluti.
Senatore Francesco Bosi
Sindaco di Rio Marina
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Risposta del direttore di Legambiente, Francesco Ferrante Roma, 7 gennaio 2004 Egregio Senatore,
vedo che i toni rispetto alle prime Sue dichiarazioni sono molto più distesi, questo ci permette di discutere in maniera civile di quanto è successo a Cavo. Non so a chi Lei si riferisca quando cita "il comportamento tenuto da alcuni esponenti dell'Associazione" in quanto Legambiente è stata rappresentata da una sola persona del Direttivo del Circolo locale: la Signora Giovanna Neri che, per la sua ferma gentilezza, non può certamente essere tacciata di terrorismo e, a quanto mi risulta, non ha mai parlato di pericolo per la salute pubblica, ma di un giusto principio di precauzione che è contenuto anche nella Legge Regionale Toscana (n.54 del 6/4/2000) e nel Decreto del Consiglio Regionale (n.12 del 16/2/2002) che Lei però non cita mai.
La Sua ricostruzione della vicenda manca poi di un passaggio importantissimo: non è stato il nostro Circolo di Legambiente a scatenare la protesta contro il posizionamento di quell'antenna nel centro di Cavo, nel bel mezzo di una zona che è un concentrato di siti sensibili (scuola materna, chiesa, campo sportivo, centri associativi, abitazioni...). Invece, il dissenso è venuto direttamente e spontaneamente dai cittadini della Frazione del Comune che Lei Amministra che, a quanto mi risulta, hanno addirittura picchettato l'area per impedire la prosecuzione dei lavori. Non credo che Lei consideri mamme, pensionati e bambini, o addirittura il Parroco, dei terroristi potenziali.
E' invece vero che i cittadini del Cavo hanno chiesto a Legambiente un incontro durante il quale - può chiedere ai suoi concittadini - la nostra Socia ha svolto un'opera di informazione e anche di mitigazione delle paure e degli animi molto accesi perchè dall'Amministrazione Comunale non giungevano informazioni e risposte o perchè, da parte dei suoi colleghi di Giunta e di Maggioranza, venivano risposte contraddittorie, atteggiamenti indisponenti ed anche dichiarato appoggio alla protesta.
Dunque, non vi è stata, da parte nostra, nessuna azione volta a terrorizzare i cittadini, e Lei ha una scarsa considerazione dei suoi Amministrati se pensa che una gentile Signora possa traviarli fino a procurare "un allarme sociale, del tutto ingiustificato, che rischia di sconfinare nell'illegalità".
L'atteggiamento di netto rifiuto di un impianto di telefonia mobile in pieno centro da parte dei Suoi concittadini risponde a giuste preoccupazioni ed al fatto che la Sua Amministrazione non ha dialogato con i cittadini di Cavo, mancando proprio in quell'opera preventiva di informazione e confronto che è sempre necessaria in questioni delicate come queste e che non può essere ristretta all'enunciazione di aridi numeri. E' altrettanto evidente che, nonostante il Suo tardivo intervento, non ha saputo convincere i suoi concittadini della scelta fatta dalla Sua Amministrazione di installare proprio lì, ed in quel modo e con quelle procedure amministrative, una ingombrante ed antiestetica antenna.
E l'accordo tra ANCI e Compagnie telefoniche che Lei richiama va proprio nella direzione che i Suoi cittadini Le chiedono di prendere: restituire ai Comuni il governo del proprio territorio rispetto al Decreto Gasparri che consentiva alle Compagnie di piazzare la antenne dove meglio credevano. Dia retta alle giuste proteste dei suoi concittadini. Applichi l'accordo e allontani quell'antenna da quel parcheggio nel centro di quella piccola Frazione.
In quanto al suo richiamo a "simpatie (politiche) sapientemente ispirate", mi permetta di dirLe che Legambiente ha avuto lo stesso coerente atteggiamento in Comuni che mi dicono essere di Centro-sinistra come Campo nell'Elba e Marciana ed anche verso altre antenne poste nel Suo Comune da altre Amministrazioni ma, in quelle occasioni, ottenendo l'entusiastico appoggio della Sua parte politica.
In questo senso le ricordo le proposte per la telefonia mobile, fatte dal nostro Circolo locale nel dicembre 2002, ben prima del tentativo di erigere l'antenna in pieno centro abitato di Cavo, e che riguardano tutti i Comuni di qualsiasi colore politico:
Un piano unico e generale per l'intero territorio elbano condiviso da Ente Parco, Comuni, Comunità Montana e Provincia. Divieto di costruzione delle nuove antenne in luoghi panoramici ed in prossimità di beni storici e culturali, con un piano per la ridislocazione delle vecchie antenne che già deturpano aree di questo tipo. Adozione del principio di massima precauzione, con l'eliminazione e lo spostamento degli impianti, vecchi o nuovi, nelle vicinanze di aree sensibili (zone abitate e frequentate, scuole, impianti sportivi, aeroporto ecc.), puntando sulla massima innovazione tecnologica e su impianti che riducano al minimo le emissioni, così come previsto dalla legge regionale. Opposizione da parte di tutti i Comuni elbani al Decreto Legge Gasparri "Nuove disposizioni volte ad accelerare la realizzazione delle infrastrutture per le reti di telecomunicazioni" che, indicando gli impianti di telefonia mobile come "opere di interesse nazionale", da mano libera alle compagnie telefoniche. Censimento degli impianti attualmente in funzione, ammodernamento e utilizzo delle strutture da parte di tutte le compagnie telefoniche per evitare il proliferare di altre antenne Le porgo i miei più cordiali saluti
Francesco Ferrante
Direttore Legambiente |
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