Un appello pubblico sottoscritto da un gran numero di docenti universitari e ricercatori, per altro ripreso e rilanciato da Legambiente che invita ogni cittadino a sottoscriverlo on line. Nella petizione si mette in evidenza come la vena del ferro elbana abbia una importanza planetaria, sia insomma un bene dell'umanità intera, altro che pacco regalo al Coni affinché ripiani i suoi debiti!
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Signor Ministro, Signor Presidente
La stampa ha riportato la notizia della possibile vendita, tramite la Coni Servizi S.p.A., delle ex aree minerarie dell'Isola d'Elba. E' conoscenza nazionale ed internazionale quale grande patrimonio ambientale, culturale, scientifico e socio economico sia racchiuso nella storia e nelle emergenze naturalistiche ed industriali dei territori minerari elbani.
La presenza del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, l'inserimento delle aree minerarie nella lista dell'Unesco dei grandi monumenti geologici della Terra, la classificazione del Parco Nazionale nella International Union Conservation of Nature (Iucn), sono i segni più tangibili del valore e della risonanza nazionale ed internazionale delle miniere elbane. La loro storia si perde nei miti del "primo ferro nel Mediterraneo".
Lo pseudo Aristotele, Virgilio, Strabone ci ricordano l'importanza e la risonanza che ebbe nel mondo antico il ferro dell'Isola d'Elba. Le conoscenze scientifiche acquisite nello studio dei minerali e delle rocce dell'Isola hanno segnato e segnano il progresso delle conoscenze geo-mineralogiche del Mondo. Le coltivazioni minerarie sviluppate per oltre tre mila anni hanno segnato la storia e gli assetti sociali e politici del territorio.
A livello internazionale non vi è testo universitario che non ricordi i minerali elbani e non vi è Museo naturalistico che non esponga e descriva i reperti mineralogici e minerari dell'Elba. Da quando nel 1981 sono cessate le attività estrattive, lasciando un territorio profondamente dissestato nei suoi equilibri idrogeologici, geochimici e paesaggistici, è iniziato un lungo e difficile percorso per il ripristino ambientale e la valorizzazione culturale ed economica dell'intero comprensorio.
Nel gennaio del 2000 lo Stato ( Ministeri dell'Ambiente,delle Finanze,dell'Industria), la Regione Toscana, la Provincia di Livorno, i Comuni minerari, la Comunità montana, il Parco Nazionale e la Società del Parco mineralogico dell'isola d'Elba firmarono un protocollo d'intesa per la riqualificazione ambientale, valorizzazione e tutela del compendio minerario.
Con questo atto la Repubblica Italiana assumeva un preciso impegno per la salvaguardia e lo sviluppo sostenibile del territorio. A questo atto sono seguiti articolati progetti di recupero ed i primi interventi operativi. Sul loro ulteriore e necessario sviluppo sono motivo di seria preoccupazione il trasferimento alla Coni Servizi S.p.A. dei beni immobili (svariate migliaia di metri cubi) e dei terreni minerari.
La possibile vendita da parte del Demanio dei fabbricati era peraltro già prevista negli accordi pregressi dell'anno 2000, ma con il preciso vincolo che quanto ricavato dalla vendita fosse utilizzato, come in parte già avvenuto, per il ripristino ambientale e la valorizzazione del comprensorio ex minerario.
Confidiamo nell'alto ruolo istituzionale e nella sensibilità del Ministro dell'Ambiente e del Presidente della Regione Toscana affinché il futuro delle aree minerarie elbane, cosi come per Pianosa, si sviluppi in armonia con i previsti parametri di conservazione e sostenibilità.
Questi i primi firmatari:
Giuseppe Tanelli (Università di Firenze), Daniele Castelli (Università di Torino), Achille Blasi (Università di Milano), Luigi Vernia (Università di Parma ), Michele Lustrino (Università La Sapienza, Roma), Curzio Cipriani (Università di Firenze), Riccardo Francovich (Università di Siena), Piera Benna (Università di Torino), Lello Caboi (Università di Cagliari), Andrea Dini (Igg-Cnr,Pisa), Lorenzo Lazzaroni (Università di Venezia), Margherita Superchi (Csgm-Milano), Francesco Sassi (Università di Padova), Maria Battaglia (Università di Catania), Franco Rolfo (Università di Torino), Giovanni Pratesi (Università di Firenze), Fernando Scordari (Università di Bari), Matteo Boscardin (Vicenza), Ida Venerandi (Università di Milano), Giampiero Poli (Università di Perugia), Renza Trosti (Università di Firenze), Vincenzo Perrone (Università di Urbin o), Nicola Cipriani (Università di Firenze), Riccardo M. Baldini (Università di Firenze), Noris Morandi (Università di Bologna), Rocco Laviano (Università di Bari), Roberto Valera (Università di Cagliari), Renato Cristofolini (Università di Catania), Franco Sartori (Università di Pisa), Gianbosco Traversa (Università La Sapienza, Roma), Saverio Fiore (Imea-Cnr,Potenza), Arrigo Gregnanin (Università di Milano), R. Berti (Università di Firenze), Marcello Buratti (Università di Firenze), Enrico Pandeli (Università di Firenze), Rosangela Bocchio (Università di Milano), Alberto Bencini (Università di Firenze), Vincenzo Ferrini (Università La Sapienza, Roma), Pier Virgilio Arrigoni (Università di Firenze), Piero Lattanzi (Università di Cagliari), Maurizio de Gennaro (Università Federico II, Napoli), Marco Benvenuti (Università di Firenze), Alessio Langella (Università di Benevento), Pilar Costagliela (Università di Firenze), Gianni Cortecci (Università di Bologna), Sara Ronca (La Sapienza, Roma), Norma Brogioni (Università di Firenze), Giuseppe Sabatini (Università di Siena).
Per firmare la petizione: digitare www.legambiente.com , cliccare su canale 2 e scegliere "campagne"; scorrere la barra blu laterale e ciccare sulla scritta "Contro la cessione delle miniere elbane". |