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Elba Oggi
Settimanale di attualitą e cultura dell'Isola d'Elba
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Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo |
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Chi uccide i delfini?
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Chi uccide i delfini? Continuano a giungere sconcertanti notizie su delfini trovati morti, sulle spiagge o in mare, a causa della pesca abusiva con le spadare, o ancor peggio proprio cacciati per venderne, naturalmente in modo illegale, il mosciame. E questo, si ricordi, avviene nell'alto Tirreno, quel mare cioè che un accordo intrenazionale protegge e definisce il Santuario dei cetacei
Ancora notizie di cetacei a rischio nel nostro mare protetto. Le ultime segnalazioni di questo tipo vengono dalle acque antistanti Livorno, dove è stato segnalato un grosso delfinide in stato di decomposizione (probabilmente un tursiope) e da quelle di Marina di Pisa, dove l'equipaggio di una barca a vela ha avvistato un delfino morto (probabilmente una stenella) e con la coda mozzata secondo una barbara usanza di pescatori abusivi che, per spregio e per allontanare gli altri cetacei dalle reti, mutilano i delfini costringendoli ad una lenta e dolorosissima agonia.
Le uccisioni di delfini, secondo Legambiente che rilancia la denuncia, sono probabilmente da mettere in relazione con la ripresa del fenomeno dell'uso delle spadare, reti messe al bando, che continuano però ad essere utilizzate per la pesca abusiva del pesce spada e nelle quali incappano anche piccoli e grandi cetacei.
"Ci sono state ancora una volta segnalate - sottolinea l'associazione ambientalista - spadare al largo dell'Isola di Montecristo e dello Scoglio d'Affica, verso la Corsica. Avviene probabilmente anche in acque internazionali, ma questo non è certamente un buon pretesto per violare le leggi italiane e le direttive dell'Unione Europea".
"Questo perché - continua Legambiente - il tratto di mare davanti alle coste Toscane e compreso tra la costa nord della Sardegna, la Corsica e l'arco che va dalla Costa Azzurra alla Liguria è protetto dal Santuario dei mammiferi marini (a lato) istituito e protetto dall'accordo tra Italia, Francia e Principato di Monaco".
Di questo scempio, che non probabilmente non è estraneo alla produzione del vietatissimo "mosciame" o "musciame", una specie di salume di "filetto" di delfino, che viene ancora venduto a peso d'oro da commercianti abusivi e ristoratori senza scrupoli, si rendono spesso protagonisti pescatori di frodo già più volte segnalati ed anche fermati dalle forze dell'ordine e che spesso provengono dall'Argentario e dall'Elba e che, con le loro azioni criminali, danneggiano soprattutto i tanti pescatori onesti e corretti della costa e delle isole toscane.
Legambiente, nel denunciare nuovamente "questo criminale scempio di animali belli ed intelligenti, segnalerà nuovamente la cosa alla Direzione Generale della Pesca e dell'Acquacoltura al cui Direttore Dottor Tripodi abbiamo già nei giorni scorsi sottoposto con preoccupazione l'aumento della pesca abusiva con le spadare". |
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