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Elba Oggi
Settimanale di attualitą e cultura dell'Isola d'Elba
Direzione, Redazione e Amministrazione: info@elbaoggi.it
Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo |
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Referendum Costituzionale sul Federalismo
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Sia va di nuovo al voto dunque, per l'ennesima volta siamo chiamati alle urne. Ora dobbiamo dire Si o No in questo Referendum che a differenza della maggior parte dei precedenti non è abrogativo. Non sarà necessario dunque che il voto abbia un quorum della metà più uno degli aventi diritto al voto, questo proprio perché il voto non ha potere effettivo sulla legge, non la cancella insomma. E' invece un voto con il quale ci viene chiesto un parere sulla legge in questione, normativa comunque molto importante dato che modifica un articolo della nostra carta fondamentale, la Costituzione. Al di là delle ragioni del Si o del No ci sembra giusto sottolineare l'importanza che ci si rechi alle urne, quantomeno per non indebolire ciò che è alle fondamentale della nostra democraziia, vale a dire il voto popolare. Tutti sanno che, come sempre si vota dalle 7 del mattino alle 22 della sera, nella sola giornata di domenica e che si utilizza non più un certificato elettorale ma quella tessera valida per ogni votazione che ci è stata data in occasione delle ultime elezioni. Innanzitutto però vi proponiamo il link alla pagina in cui possiamo trovare e leggere la legge sulla quale siamo chiamati ad esprimerci:
http://www.governo.it/sez_dossier/ddlcost_federalismo/testo.html
Di seguito invece una lucida e "neutrale" analisi del "Network del Buonconsumo" sull'importanza di andare a votare anche stavolta.
Andate a votare!
La cosa che stupisce di più del referendum confermativo per il quale andremo a votare domenica prossima è il fatto che non si capisce bene chi l'abbia voluto e perché. Siamo chiamati a confermare una legge che c'è già , che è stata voluta dal Parlamento e che ha grande rilevanza costituzionale. E' la prima volta che accade un evento del genere e ciò richiederebbe, forse, qualche enfatizzazione visto che si tratta di introdurre un comportamento al quale l'elettore non è abituato. Ed invece assistiamo ad episodi che ci confermano nell'idea che ci siamo fatti sulla cultura politica della classe dirigente della seconda repubblica. I fautori della legge di riforma che ha introdotto nel nostro ordinamento elementi concreti di federalismo non ci invitano a votare per questa idea e per i contenuti concreti che la legge ha, ma ci ammoniscono del fatto che se vincessero i no la catastrofe si abbatterebbe sul paese. Gli avversari di questa legge, che l'hanno osteggiata in Parlamento, ci invitano a votare NO perché se vincessero i SI il paese avrebbe un federalismo finto a fronte del federalismo vero che essi si apprestano a varare ma di cui non ci dicono le forme e i contenuti. Nessuno che ci chieda di votare perché vogliamo e crediamo in qualcosa. Dobbiamo votare per forza contro e non per costruire qualcosa di innovativo per questo sgangherato paese. Ecco, qui sta il problema: la cultura politica della classe dirigente della seconda repubblica non è in grado di proporre una sola idea che sia tale. Intende captare il nostro consenso con la paura del peggio e l'insicurezza, non con la forza dell'innovazione. Il nuovo governo ci aveva promesso di trasformare il paese, di ammodernarlo, di rendere efficiente la macchina amministrativa ed intanto si impegna per eliminare il reato di falso in bilancio e per ostacolare le rogatorie internazionali. Due provvedimenti di legge di cui non si sentiva urgente la mancanza e che incentivano il dilagare della illegalità . Non c'è male per un governo che aveva messo al primo posto del proprio programma la sicurezza dei cittadini. Prima che sia troppo tardi c'è una sola cosa giusta da fare domenica prossima. ANDARE A VOTARE. Non importa se vinceranno i SI o i NO. Questa classe dirigente non terrà conto alcuno di questo risultato elettorale perché non sa cosa vuol dire rispettare il punto di vista degli elettori. Ma occorre andare a votare lo stesso. Finché ne abbiamo il diritto occorre che insistiamo sino all'estremo nel difendere il nostro potere di influenzare la classe politica ed i processi decisionali. Visto che c'è già un Ministro della Repubblica che invita a non andare a votare non ci sorprenderebbe che prima o poi riuscissero a toglierci, o per lo meno a limitare, anche questo diritto. Andare a votare è assolutamente indispensabile; i diritti che non vengono esercitati, prima o poi, deperiscono e muoiono; e la morte del diritto di voto fa fare un nuovo passo avanti alla barbarie che avanza.
Network del BUONCONSUMO |
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