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Elba Oggi
Settimanale di attualitą e cultura dell'Isola d'Elba
Direzione, Redazione e Amministrazione: info@elbaoggi.it
Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo |
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Ambientalisti e cacciatori... finalmente si parlano
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Ambientalisti e cacciatori... finalmente si parlano Segnali di distensione nel sempre difficile rapporto tra il mondo ambientalista e quello della caccia, all’Elba come ovunque. Da sempre contrapposti, ambientalisti e cacciatori adesso invece sembra abbiano iniziato a dialogare in modo serio e costruttivo. Questo almeno secondo quanto emerge da un accordo sottoscritto da Legambiente e dall’URCA - Unione Regionale Cacciatori Appennino. Il documento congiunto riguarda il tema della gestione faunistico venatoria degli ungulati e, più in generale, di iniziative da prendere in fatto di tutela ambientale. Per quanto riguarda gli ungulati selvatici… si tratta di una questione molto sentita all’Elba, dove esiste oggettivamente il problema di una popolazione di cinghiali cresciuta a dismisura, che minaccia seriamente le coltivazioni agricole. Nella sostanza poi gli aspetti importanti di tutto questo sono soprattutto due: da una parte i cacciatori sottolineano l’importanza della conservazione ambientale, dall’altra Legambiente si dice disponibile a discutere di "una modifica razionale e su basi scientifiche dei confini del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, con l’istituzione di aree contigue che favoriscano i cacciatori locali e l’agricoltura di qualità". Questo, precisa Legambiente, nel quadro "di una pianificazione degli interventi per la conservazione della natura basata su principi di sussidiarietà, di condivisione delle responsabilità e di integrazione della politica ambientale con le altre politiche". Naturalmente il Cigno verde libera il campo da ogni dubbio ricordando di essere da sempre contrario alla caccia nei parchi riconoscendo però la necessità di gestire, nelle aree protette, le popolazioni faunistiche "problematiche" come quella dei cinghiali all’Elba, un problema questo causato da una gestione venatoria consumistica e distratta che ha immesso, anni fa, gli ungulati in questo territorio che non era il loro causandone un indiscriminato proliferare e le conseguenze che tutti conosciamo. Legambiente, nella sua nota in propositi, riconosce comunque "che, negli incontri a livello nazionale e regionale, anche le associazioni venatorie (Arcicaccia, Federcaccia, URCA) hanno espressamente dichiarato di non volere l'apertura della caccia nei parchi. Questa posizione – continua il documento degli ambientalisti - chiaramente espressa da una parte del mondo venatorio, nata anche grazie al dialogo con Legambiente, ci sembra un risultato molto importante e sicuramente più proficuo per gli animali selvatici di quanto ottenuto con posizioni esclusivamente ideologiche di alcuni "duri e puri". Il rapporto che Legambiente ha tenuto e tiene con il mondo venatorio è improntato sul confronto, difficile ma aperto. Nessuna apertura indistinta, nessun compromesso confuso, ma il chiaro tentativo di trovare, insieme alla parte più informata e corretta del mondo venatorio, scelte coerenti, basate su solide basi conoscitive, per una caccia che sia compatibile con la conservazione della fauna selvatica. No infine al "pronta caccia", – conclude la nota - no al "nomadismo venatorio", no al "turismo venatorio" ed alle modalità insostenibili con cui, ancor oggi, viene gestita la gran parte dell’attività venatoria, per non parlare del feroce bracconaggio e dei sabotaggi continui alle trappole per i cinghiali realizzate dal Parco." |
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