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Elba Oggi
Settimanale di attualitą e cultura dell'Isola d'Elba
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Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo |
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Pini di Campo: La Soprintendenza ha bloccato i lavori del Comune
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Funzionari della Soprintendenza, in un incontro tenutosi nei giorni scorsi a Portoferraio, hanno confermato ad una delegazione del WWF che il progetto di eliminazione delle alberature urbane di Marina di Campo è per ora bloccato ed i lavori che dovevano iniziare a giorni non inizieranno. Ciò è avvenuto dopo il sopralluogo che la Soprintendenza stessa aveva compiuto alle alberature campesi nei giorni scorsi.
Occasione dell'incontro tra WWF e Soprintendenza è stata la consegna della relazione che, su incarico dell'associazione del Panda, era stata formulata dall'arch. Sergio Rizzi. Se il problema, come hanno sostenuto gli amministratori campesi fino a poco tempo fa, è lo stato di salute di qualche pianta, la Soprintendenza non intende toccare nè far toccare alcun pino senza aver preventivamente ricevuto il parere di un fitopatologo per ciascuna pianta.
Se il problema, come va dicendo da qualche giorno l'assessore Graziani è che la "soluzione finale " per i pini di Marina di Campo fa parte di un disegno più ampio di trasformazione del paese, la Soprintendenza ha dichiarato di non saperne nulla di questo progetto ed ha perciò invitato il Comune di Campo a seguire le norme che esigono l'invio preventivo in Soprintendenza di ogni e qualsiasi progetto, essendo l'Elba tutta ricompresa nel vincolo paesaggistico.
Questi e non altri sono gli elementi di novità, che il WWF giudica allo stesso tempo molto rilevanti (la determinazione della Soprintendenza) e molto preoccupanti (la foga cementificatrice del comune di Campo, basti pensare che nel rinnovato ed allargato parcheggio del Vapelo finora si è visto solo cemento: numerosi alberi del vecchio parcheggio sono stati abbattuti, non un albero nuovo farà ombra a centinaia di auto).
Un progetto organico che prenda in considerazione l'abbattimento delle barriere architettoniche su tutto il territorio comunale (e non solo a Marina di Campo) è la pesante richiesta della Soprintendenza intervenuta per i pini. Invece il Comune aveva cominciato ad abbattere piante maestose, in area pedonale dove i marciapiedi erano già larghi due metri, in modo oltremodo pretestuoso.
A questo punto però le esigenze delle persone più svantaggiate potrebbero entrare in conflitto, più che con i pini o con le colonnine dell'Enel, anche e soprattutto con tante strade di Marina di Campo senza marciapiedi o con la carreggiata occupata dalle auto in sosta selvaggia o dai tavolini.
La richiesta della Soprintendenza potrebbe perciò per assurdo portare anche consigliare l'accantonamento del progetto, visto che l'amministrazione finora di regola non è andata troppo per il sottile, né ha mai pensato agli handicappati, nel concedere spazi pubblici ad ogni tipo di attività commerciale. In attesa di tale progetto organico, la vita dei pini potrebbe perciò allungarsi anche fino alle calende greche.
Il lavoro dell'arch. Rizzi in difesa dei 118 pini di Campo minacciati di abbattimento (ed in memoria dei 10 già abbattuti) è comunque il primo atto di una fruttuosa collaborazione con il WWF che era iniziata a proposito del PEEP di Campo, andata avanti con i pini, e che continuerà su molti altri temi in futuro, con reciproca soddisfazione.
Esso parte dalla perizia che, apparentemente senza convincerli, gli amministratori di Campo avevano ricevuto dal Prof. Francesco Ferrini, docente di Coltivazioni arboree e ornamentali alla Facoltà di Agraria di Milano, che per la sistemazione del piano stradale sotto i pini aveva proposto varie soluzioni, le quali, diceva il prof. Ferrini, "hanno tutte come principio-base, quello di migliorare le caratteristiche del terreno, areandolo e, al contempo, aumentare il volume a disposizione delle radici".
Ciò "mediante la rimozione della pavimentazione in asfalto e la sua sostituzione, previa creazione di uno strato "isolante" costituito da sabbia e pietrisco, può, quasi con certezza, ovviare al problema del sollevamento del manto stradale da parte delle radici degli alberi". Si tratta, in sostanza, di creare uno strato "ostile" alla crescita radicale che, in questo caso, avviene negli strati più profondi del terreno e non interferisce col manto d'asfalto".
Riprendendo alcune affermazioni di Pietro Citati a proposito della "immensa idiozia degli urbanisti e dei Comuni degli anni Cinquanta e Sessanta" nella sistematica distruzione degli alberi in città e la sconsolata visione di come "i grandi viali verdi, che erano stati l'orgoglio dell'urbanistica ottocentesca, sono ormai le pallide ombre scheletriche di se stessi", l'arch. Rizzi nota tra l'altro che "sono davvero i pini la vera architettura di via Roma: una galleria, la straordinaria galleria di Campo che conduce al centro storico e che, con la sua forza, riesce persino ad assegnare significato alla palese scarsezza della cortina edilizia.
Una presenza, tra l'altro, nient'affatto isolata perché la "galleria" è partecipe di un più vasto sistema che si origina dal fosso di San Mamiliano dove i pini iniziano a punteggiare, ai due lati della strada, il passaggio della "Provinciale" in viale di accesso all'insediamento urbano, interagendo lungo via Roma coi 12 pini prospicienti il Comune e con quelli della "finitiva" (via Pisa), per connettersi coi pini di Aleppo del lungo mare Mibelli e delle successive aree pubbliche tramite le folte presenze arboree dei giardini privati sul sullo steso viale Mibelli.
Un disegno preciso dunque, che si ritrova anche lungo la via Pietri, l'altra direzione di accesso a Campo, anch'essa punteggiata da un doppio filare di pini a sostenere il rapporto di avvicinamento dalla campagna all'insediamento".
Ed ancora: "La giusta preoccupazione di assegnare maggiore vivibilità all'insediamento verrebbe di fatto contraddetta nella prassi ove l'abbattimento dichiarato venisse davvero portato a termine, a fronte di abbellimenti sovrastrutturali di pavimentazioni, cordoli, fioriere, panchine e quant'altro proposto in fatto di attrezzature dello spazio pubblico in uno sforzo davvero inutile e secondario ove tale spazio fosse poi privato dell'unico elemento di significato che lo sostiene, come d'altra parte si annota in tutta evidenza quando, provenendo dall'alberata via Marconi, ci si affaccia sul primo tratto di via Roma, orfana dei pini già abbattuti, ancorché sconciati da precedenti potature non professionali".
La relazione completa dell'arch. Rizzi consegnata alla Soprintendenza sarà inserita nei prossimi giorni anche nel sito internet del WWF arcipelago toscano http://it.geocities.com/arcipelagotos, dove sono consultabili, tra molte cose, tutti i precedenti episodi del braccio di ferro che si sta svolgendo da tempo fra numerosi cittadini, ospiti ed il WWF da un lato e l'amministrazione Galli Graziani (accusata di fondamentalismo anti alberi) dall'altro.
WWF - Arcipelago Toscano |
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