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Elba Oggi
Settimanale di attualitą e cultura dell'Isola d'Elba
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Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo |
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Galli, Galletti e voltagabbana
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Intervento semiserio di Elba 2000 sul 'caso Galletti', ovvero sul controverso passaggio dell'ex esponente del Partito Popolare portoferraiese alla maggioranza di centro destra e... ad un assessorato nella giunta della Comunità Montana -------- Pietro Galletti, ex presidente della Comunità Montana dell'Elba e Capraia, consigliere nel gruppo di minoranza di centro sinistra a Portoferraio, diventerà anche assessore di maggioranza di centro destra alla Comunità Montana.
Rappresenterà, quindi, la minoranza di sinistra perdente nel consiglio comunale di Portoferraio e, contemporaneamente, (e a pagamento) la maggioranza vincente, di destra, alla Comunità Montana: primo caso di trasformismo simultaneo a doppia identità nella storia dell'Elba. In termini di importanza, questa scelta è superiore anche a quella operata negli anni settanta, da Giovanni Fratini Franco Scelza e Pietro Monfardini che, eletti con voti dei cattolici, consegnarono, avendone in cambio poltrone, il comune ai comunisti.
Fratini riuscì addirittura a rivestire la carica di assessore nella giunta democristiana e poi anche nella successiva comunista. Il tutto nella stessa legislatura. Trasformismo che potremmo definire ideologico istituzionale: venne, infatti, ideologicamente giustificato e istituzionalmente consumato. E che l'elettorato capì perfettamente, se Fratini diventò successivamente, e regolarmente votato, sindaco di Portoferraio.
E fu (si dice) un buon sindaco. Certo vi sono molte forme di trasformismo: "alternato", "itinerante", "di bolina", "Made in Loppa" ecc. e sembrano tutte moralmente accettate dall'elettorato. Uno dei più interessanti è il trasformismo "sedentario", che è il preferito dagli ex socialisti: il soggetto intuendo le tendenze dell'elettorato, si sposta a destra o a sinistra e riesce a farsi eleggere sempre insieme a chi vince.
Il risultato è che mantiene la stessa carica di assessore in Giunta, e rimane seduto, addirittura sulla stessa poltrona in Consiglio. Questi assessori, a cui va riconosciuto il merito di farsi stimare dai propri elettori, non sono peggiori degli altri. Non tradiscono neanche una idea politica perché per tradirla bisogna averla. Un bell'esempio di trasformismo sedentario è stato quello praticato con successo negli ultimi anni dai due assessori del comune di Portoferraio Novaro Chiari (Demanio) e Alberto Fratti (Traffico).
Cambiare idea, diceva un pensatore francese, oltre che essere legittimo e anche utile perché potrebbe essere il segno che siamo diventati più intelligenti. Farlo per interesse personale, invece espone al rischio di diventare meno onesti, e la pratica si chiama, appunto, trasformismo e attecchisce soprattutto in Italia: vuoi per le particolari condizioni climatiche portate alla variabilità, vuoi per la cultura cristiana, i cui testi sacri sono infarciti di traditori perdonati e addirittura valorizzati.
Non possiamo quindi nel nostro paese essere troppo duri con i voltagabbana, questo soprattutto all'Elba e in posti dove in genere i nostri politici non sono più fedeli al primo partito di quanto non lo sarebbe un prostituta di Bagdad al primo amore. Gli stessi compagni del gruppo consiliare, in una lettera, invitano Galletti a dimettersi ma, giustamente, non lo accusano di averli traditi o di aver tradito qualcosa per avere una poltrona, ma lo accusano invece di avergli, con la sua scelta, impedito di averne una anche loro: "Questa tua scelta - dicono - ha solo dato una mano a metterci in un angolo".
Come dire: se la trattativa la faceva il gruppo qualche poltrona ci sarebbe scappata anche per noi. E qui sta il peccato. Non possiamo quindi prendercela troppo con il povero Galletti il quale non può sfuggire oltretutto al proprio destino: essere un ex democristiano, cattolico, nipote di un parroco e di chiamarsi Pietro. Grande nome, ma anche legato a primo tradimento dell'era cristiana: Pietro che rinnega Gesù.
Un nome un destino, si potrebbe dire. Lo sapevano bene gli antichi tuttologi dell'Eurasia che avevano curato una disciplina sullo studio dei nomi. Il nome era visto come la concretizzazione dell'atto creativo di Dio. Emettendo il nome, Dio crea e organizza il mondo e dà esistenza al tutto. Il nome, in altre parole, contiene il destino dell'uomo e quindi del Mondo. Apparentemente, chi si chiama Pietro, purtroppo per lui, sembra che abbia una particolare tendenza a tradire le proprie convinzioni.
Lo sapeva anche Gesù che disse "E tu Pietro prima che il gallo (o galletto) canti mi avrai rinnegato tre volte". E Pietro tradì, ma fu perdonato. E a sottolineare che chi tradisce farà anche peccato ma si può redimere, il Signore decise addirittura di assegnargli il più grande incarico: la costruzione della chiesa universale. Compito che Pietro assolse piuttosto bene se, dopo 2000 anni, gode ancora ottima salute.
Diamo quindi a tutti i volta gabbana dell'Isola e in particolare a Pietro, la possibilità di rifarsi e auguriamogli buon lavoro.
Per "Elba 2000" - Giovanni Muti
Portoferraio 13.01.02 |
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