Il nostro scopo, è quello di aprire un dibattito sull'Arte Contemporanea, ponendo problemi concreti e tentare umilmente di sensibilizzare più persone possibili a questa drammatica situazione in cui vivono la maggior parte degli Artisti contemporanei in Italia.
Quello che è rilevante per noi è far tornare partecipi in prima persona gli Artisti, qualunque sia il loro linguaggio, alla vita dell'Arte senza delegare più nessuno. Pensiamo anche che sia più importante il giudizio di un Artista nei confronti di un altro che quello dei critici, galleristi o collezionisti se ancora esistono.
Questo perché fino alla fine degli anni '70 nonostante le polemiche e i litigi tra Artisti, vedi Guttuso - Dorazio, quando si doveva affermare il rispetto del loro lavoro, subentrava la solidarietà, la stima reciproca al di sopra delle parti per difendere il valore che li accomunava, l'Arte, il "successo" di un Artista, quasi sempre, era determinato da questa forma di rispetto reciproco.
Tanti Artisti erano riconosciuti per fama, che molte volte non era tradotta in successo economico, però ascoltati da tutti: si pensi a Mafai, al vecchio Conte, a Prampolini e tanti altri. Anche se vendevano poche opere, il lavoro non mancava, e con dignità hanno lasciato testimonianze valide che ancora, purtroppo, pochi conoscono. Di certo non era tutto rose e fiori, ma sinceramente non vivevano la nostra situazione.
Oggi è palese quanto sia corrotto parte del mercato dell'Arte, quanti critici sono al soldo, non più di onesti galleristi, ma di avidi mercanti senza pudore, che con arroganza impongono mode e pseudoartisti. Politici, critici fino ad una ventina di anni fà, corteggiavano gli Artisti e facevano a gara per renderseli amici, ora a nostro sfavore si è ribaltata la frittata.
Di chi sono le colpe, forse è troppo presto per scoprirle, a mio modesto avviso c'è stato un disegno che viene da lontano con il decreto "della morte dell'Arte" e non ultimo il successo decretato dal mercato. Volutamente gli Artisti che non corrono dietro a lobby di mercanti, politici rampanti ed arroganti critici, sono messi sempre più in disparte e il successo è sempre più determinato dalle vendite e non dalla stima.
Tutto questo però non ci deve demoralizzare, anzi dobbiamo con forza continuare il nostro lavoro e batterci per esser riconosciuti come Artisti, dobbiamo riavere i nostri spazi e gestirli, perché siamo i naturali eredi di quanto hanno voluto e fatto, chi prima di noi erano Artisti, e non dobbiamo più ammettere espropri, né accettare deleghe politiche a chi d'Arte non ne capisce nulla.
L'Arte è libera e tale deve rimanere, chi vuole imbavagliarla e soffocarla potrà con la forza sopraffarci temporaneamente, ma non eliminarci, la storia insegna. Non ultimo noi pensiamo, che fino a quando ci sarà un Artista, con la "A maiuscola", esisterà sempre l'Arte.
Paolo D'Orazio |