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Elba Oggi
Settimanale di attualitą e cultura dell'Isola d'Elba
Direzione, Redazione e Amministrazione: info@elbaoggi.it
Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo |
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Beni artistici e naturali ancora a rischio in Italia
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"Alla fine ha prevalso la logica della cassa e il Governo sta così per dare il via libera alla legge che mette a rischio i gioielli di Stato. Ci appelleremo al Presidente Ciampi affinché non metta la sua firma sotto questo atto. Un'occasione persa per salvare il Patrimonio dello Stato dal rischio svendita".
Commentano così le associazioni ambientaliste che si stanno battendo per modificare il decreto Tremonti. Un rischio che rimane vivo nel decreto salva-deficit (dl 63/2002) in discussione in queste ore al Senato. L'emendamento "salva-monumenti" proposto dal cartello di oltre 10 associazioni, tra cui Comitato per la Bellezza, Italia Nostra, WWF, FAI, Legambiente, Greenpeace, LIPU, Marevivo, VAS, INU, LAC, e presentato inizialmente come tale dal relatore di maggioranza senatore Carlo Vizzini, è stato trasformato infatti in un semplice ordine del giorno, dallo stesso Vizzini, adducendo la mancanza di tempi.
Ma l'ordine del giorno non vincola il Governo alla tutela del patrimonio dello Stato, come invece la norma contenuta nell'emendamento. Occorre quindi che l'impegno preso obblighi esplicitamente il Governo a inserire quanto contenuto nell'ordine del giorno in un testo di legge che sia inserito nel primo provvedimento utile.
A questo punto il cartello delle Associazioni ambientaliste annuncia azioni nei confronti della Presidenza della Repubblica per la probabile violazione dell'articolo 9 della Costituzione che stabilisce paesaggio e ambiente come beni primari, e in sede comunitaria dove si denuncerà la strumentalità del provvedimento "salva-deficit" nato solo per "fare cassa" ai danni del patrimonio dello Stato.
"Il Governo, con questo voltafaccia - continuano le associazioni ambientaliste - riesce in poche ore anche a smentire se stesso, dato che c'erano state dichiarazioni di appoggio all'emendamento da parte del Ministro dell'Ambiente Matteoli, del Sottosegretario al Min. BAC Vittorio Sgarbi".
Ecco cosa stabiliva l'emendamento salva-monumenti, all'art.7 del decreto Tremonti, che avrebbe dovuto sostituire al comma 10 le parole "il trasferimento di beni di particolare valore e storico è effettuato d'intesa con il Ministro per i Beni e le Attività Culturali", con un testo molto più articolato che:
stabilisce, facendo riferimento all'art. 2 del DPR n. 283/2000, l' inalienabilità dei beni riconosciuti come monumenti nazionali, i beni d' interesse archeologico, gli edifici destinati ad uso amministrativo dello Stato, delle Regioni e degli Enti locali fino a quando ne sussista l'uso, i beni di particolare importanza storica, militare, letteraria, artistica e culturale e ogni altro bene in qualche modo tutelato; obbliga a stilare un elenco, per il trasferimento dei beni artistici, storici e paesaggistici, da sottoporre ad una preventiva approvazione del Ministero dei BAC, chiamato a dettare anche i criteri di gestione e di cambio di destinazione d'uso dei beni trasferiti; obbliga ad un'intesa anche con il Ministero dell'Ambiente e del Territorio, qualora i beni rientrino in aree naturali protette; prevede l'approvazione da parte della Conferenza Unificata Stato, Regioni, Enti Locali, degli elenchi prima del definitivo trasferimento dei beni alla "Patrimonio dello Stato SpA", con un intervento anche sulle procedure di sdemanializzazione; prevede il diritto di prelazione dei soggetti pubblici sulle eventuali alienazioni. Questo quadro di garanzie è tuttora irrinunciabile e necessario per disinnescare i pericolosi meccanismi attivati con un provvedimento non meditato. |
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