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Elba Oggi Settimanale di attualità e cultura dell'Isola d'Elba
Direzione, Redazione e Amministrazione: info@elbaoggi.it
Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
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Piano spiagge in dirittura d'arrivo: una bozza del Piano inviata ai Comuni per le loro valutazioni
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Se ne parla da dieci anni, forse addirittura dallo stesso tempo ci si lavora sopra, adesso dovrebbe esserci il traguardo in vista. Ci riferiamo al così detto Piano spiagge dell’isola d’Elba, uno strumento di programmazione e gestione degli arenili dell’isola che, dopo tanta attesa ed aspettative, potrebbe presto vedere la luce. Anche in questo caso si fanno, naturalmente i conti, con la frammentazione dell’Elba in otto amministrazioni comunali, che comunque, per il Piano, hanno dato delega alla Comunità montana. L’Ente comprensoriale ha, per il momento, inviato ai Comuni una dettagliata indagine conoscitiva sull’uso e la fruibilità delle spiagge dell’isola. I consigli comunali dovranno adesso avanzare eventuali osservazioni, aggiustamenti o comnsigli, poi si potrà passare finalmente alla redazione vera e propria del Piano in modo da poter dare un miglior servizio all’utenza. Quest’ultima del resto pare decisamente sovradimensionata rispetto a quelle che sono le capacità ottimali di accoglienza dei nostri arenili: almeno un 60% in più, rispetto agli standard ideali, di fruitori presenti in spiaggia. Ma questo è evidentemente un problema che riguarda tutte le più note località marine di villeggiatura. Quanto alle cifre… nel Piano l’Elba viene divisa per settori: gli arenili sabbiosi occupano circa 9 chilometri dello sviluppo costieri dell’isola. Poco più di 7 chilometri invece costituiscono le spiagge di ghiaia e 10 chilometri quelle miste ghiaia – sabbia. 9 chilometri poi riguardano le scogliere accessibili e balneabili, un chilometro è costituito da strutture portuali ed affini mentre ben 110 sono i chilometri di litorale non accessibile se non via mare. In totale sono 130 i siti individuati sull’isola ed ai quali viene data la definizione di sito destinato alla balneazione. Sarà anche necessario regolamentare servizi ed offerta per equilibrare, con la redistribuzione, la presenza dei bagnanti sulle coste dell’isola. L’associazione albergatori elbani infine chiede di partecipare in modo diretto alla redazione del Piano e già fa delle proposte concrete: aumentare gli accessi alle spiagge (tutte dunque, anche e soprattutto le piccole spiagge libere) e andare verso un miglioramento, una razionalizzazione ed una regolamentazione dei servizi offerti dagli stabilimenti balneari di tutti i livelli, dai più grandi ai semplici "affitta ombrelloni", cresciuti negli ultimi anni, quanto a numero, a dismisura ed in modo disordinato. Abbiamo anche ricevuto un intervento, su questo Piano spiagge, della Faita, la Associazione che all'Elba rappresenta i Gestori di Campeggi. A parlare è il presidente della Faita Alberto Sparnocchia:
Apprendiamo dalla stampa che una bozza del Piano Spiagge è stata trasmessa dalla Comunità Montana ai Comuni, affinché la esaminino e presentino le relative osservazioni. Anni fa un analogo tentativo, purtroppo, abortì per un vizio di fondo: il fatto che la Comunità Montana, che è l’organo comprensoriale che, in effetti, dovrebbe intervenire programmando e regolamentando materie di interesse generale che toccano l’intera isola, in realtà non è dotata di poteri adeguati, perché le sue cariche non sono elettive e agisce dunque su delega dei Comuni. I Comuni elbani, si sa, sono assai gelosi delle proprie prerogative e non amano delegare ad altri competenze che la normativa attribuisce loro, a meno che non si tratti di grosse gatte da pelate, del tipo "approvvigionamento idrico", "condotte a mare", ecc. Noi, ovviamente, ci auguriamo che l’attuale tentativo abbia un esito positivo, per almeno due motivi: perché la materia è di importanza fondamentale per lo sviluppo turistico della nostra isola e perché questi studi, ne siamo certi, costano assai e non ci sembra il caso di bruciare inutilmente i soldi dei contribuenti. Gli obiettivi da perseguire non devono essere troppi, ma devono essere ben chiari a tutti:
- censimento completo di tutte le spiagge;
- almeno una strada pubblica di accesso ad ogni arenile. Le spiagge sono di tutti e devono essere liberamente accessibili;
- gli stradelli devono essere chiaramente indicati da una adeguata segnaletica;
- i sentieri di accesso devono essere puliti in modo dignitoso;
- le spiagge devono essere pulite.I gestori di stabilimenti balneari e chiunque abbia in concessione un spazio sul demanio marittimo deve provvedere alla pulizia e alla sicurezza sull’area di propria competenza;
- censimento delle cosiddette licenze di affitta ombrelloni e accurati controlli nel settore per scoraggiare il frequente abusivismo.
Sempre dalla stampa, apprendiamo che dallo studio effettuato dai tecnici incaricati emergerebbe che le presenze sulle spiagge elbane supererebbero di quasi il 60% i limiti stabiliti dalla normativa vigente. Questo è un discorso vecchio come il cucù. Tutti noi siamo per la tutela dell’ambiente, per un turismo eco-sostenibile; tutti noi siamo convinti che la presenza del parco nazionale rappresenta un "valore aggiunto" e che rende l’Elba ancora più appetibile sul mercato turistico mondiale; tutti noi gradiremmo un allungamento della stagione che consentisse, perlomeno, di spalmare le presenze complessive su un arco temporale più ampio. Ma le difficoltà da superare sono tante e forse, in parte, insormontabili. E tutti sappiamo che quel famoso "sfondamento" dei limiti di presenze sulle spiagge, se davvero si verifica, si verifica per una ventina di giorni l’anno. Che sono poi quei giorni che consentono a certe aziende di sopravvivere.
Alberto Sparnocchia |
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