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Elba Oggi Settimanale di attualità e cultura dell'Isola d'Elba
Direzione, Redazione e Amministrazione: info@elbaoggi.it
Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
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Polemiche su come si sono gestiti e si gestiscono i rifiuti all'Elba
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Niente di nuovo all’Elba, sostanzialmente, come dicevamo in altra pagina, sul fronte dello smaltimento dei rifiuti solidi. Qualche disagio probabilmente ci sarà in questo mese di agosto: qualche cassonetto svuotato con ritardo, le immancabili solite polemiche sulla saturazione (reale) della discarica di Literno, ma niente di più... o quantomeno niente di veramente grave. L’attesa è tutta per l’autunno e soprattutto per l’inizio del prossimo anno, quando un soggetto unico, l’Esa, società partecipata dai Comuni elbani, rileverà le redini del servizio andando verso un sistema basato sulla raccolta differenziata (e speriamo che tutto questo avvenga davvero!). Intanto infuriano le polemiche su un documento diffuso da Rifondazione comunista su come negli ultimi decenni è stata gestita l’emergenza rifiuti e su come il servizio viene ancora gestito. Dobbiamo registrare in proposito due risposte significative date a Rifondazione: la prima è del Comune di Capoliveri (ve la proponiamo di seguito) il cui sindaco Ruggero Barbetti non usa mezzi termini sulla questione. La seconda ci giunge invece dal Made. Il Movimento autonomo elbano usa toni più pacati ma altrettanti decisi. Aggiunge però anche un appello al dialogo ed alla collaborazione...---------------- Per un pugno di visibilità
Capisco che il Partito della Rifondazione Comunista, per emergere ogni tanto dal suo più grigio isolamento, cerchi di assicurarsi qualche forma di visibilità; quello che non capisco invece è che i suoi rappresentanti lo possano fare tanto a sproposito come nel loro intervento sulla questione del Buraccio, quando tacciano il centro-destra di inattività sulla questione del servizio di trattamento rifiuti. Solo se si fossero doverosamente presi la briga di informarsi quel minimo necessario sullo stato dei fatti, avrebbero certamente evitato di dimostrare di scendere dal mondo delle nuvole raccontando fiabe che non hanno niente a che vedere con la attuale realtà.
È vero, nella passata legislatura, sia le Amministrazioni comunali che i rappresentanti di questo schieramento politico di centro-destra avevano –a ragione– alzato la loro indignazione contro l’impianto di trattamento rifiuti del Buraccio, fortemente voluto dalla precedente compagine regionale. E ciò, non solo per il considerevole aumento del costo del servizio connesso all’entrata in esercizio del nuovo impianto, ma anche e specialmente perché ritenevano tecnicamente improponibile per il territorio elbano il trattamento di gassificazione, anche ai fini della tutela sanitaria della popolazione (residente e turistica) delle zone limitrofe, come pure perché il servizio era affidato ad una concessionaria inadeguata e per di più svolto a prescindere da qualsiasi coinvolgimento decisionale dei Comuni dell’Isola. La protesta non era però fatta solo di chiacchiere, né finalizzata ad un puro scontro politico avverso l’opposto schieramento; ci si era fortemente impegnati a dimostrare la solidità delle proprie ragioni, tanto da indurre chi di dovere ad un’inversione di tendenza ed a far nominare un amministratore comunale elbano (l’ing. Claudio Della Lucia) nell’incarico di Commissario Straordinario. Così quelle che una volta erano le nostre proteste sono divenute ora concrete proposte, la cui fattibilità è risultata invero unanimemente condivisa da tutte le Amministrazioni elbane (a prescindere da qualsiasi schieramento), come pure dalla stessa Regione e dalla Provincia. Cosa ha portato a tale strategia?
Il definitivo accantonamento dell’impianto di gassificazione (la Waste dovrà smantellarlo ed asportarlo a propria cura e spese);
La ristrutturazione dell’impianto del Buraccio per la lavorazione del sistema di raccolta differenziata (in parte finanziata con contributi erogabili dalla Regione);
Il riconoscimento di forme di autonomia di gestione R.S.U. del territorio elbano nell’ambito dell’A.T.O. provinciale, svolta dai Comuni costituiti in Associazione;
La rescissione del contratto di concessione con la Waste, previa acquisizione dell’impianto del Buraccio (al netto dei costi del gassificatore). La determinazione del costo da corrispondere per l’estromissione della Waste è affidata ad apposito Collegio arbitrale che dovrà pronunciarsi entro 6 mesi, considerato che i Comuni non hanno ritenuto congrua la proposta amichevole avanzata dalla stessa concessionaria (la Regione parteciperà al finanziamento mediante l’assunzione del 50% degli interessi di rateizzazione dei costi relativi);
Il futuro affidamento dell’intero servizio all’E.S.A. S.p.A., Società a maggioranza pubblica che sarà partecipata da tutti i Comuni elbani.
Ora tutto rimane quindi nella determinazione delle Amministrazioni comunali elbane, che sono da ritenere da ora in avanti uniche responsabili e che spero abbiano la capacità collegiale di gestire al meglio il servizio, a prescindere da qualsiasi piccolo interesse di campanile.
Questo i rappresentanti del Partito della Rifondazione Comunista avrebbero potuto facilmente apprendere se solo si fossero presi la briga di leggere qualche atto, invece di sparare a vuoto e con armi del tutto scariche; come essi stessi possono notare infatti, indipendentemente da eventuali finanziamenti erogati, non è stato certamente riservato nessun trattamento di favore alla Waste, anzi...
F.to Ruggero Barbetti
Sindaco di Capoliveri
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Divisi... si perde!
La vicenda della gestione dei rifiuti all’Elba è la storia di un tentativo di soluzione di questo problema, cercando di complicare gli esiti finali e lasciando operare gli altri troppo a lungo, senza che vi sia stata mai particolare sorveglianza, sia da parte della Regione Toscana, sia dei rappresentanti dei comuni elbani. Come si è arrivati a questa situazione? L’incapacità di trovare un accordo politico tra i vari Comuni elbani per definire il trattamento complessivo dei rifiuti, portò all’imposizione da parte della Regione Toscana, di un commissario "ad acta" il quale doveva indicare la strada giusta per attuare il progetto di smaltimento. In questa maniera si maturava la prima grande sconfitta politica, nel campo rifiuti, per gli amministratori locali.
Ma come tutti gli uomini lasciati troppo soli, a pensare e agire su questioni così grandi, che incidevano anche sull’immagine turistica dell’Isola d’Elba, il Commissario, che veniva da Grosseto, ma aveva casa madre a Firenze, arrivò al risultato da noi tutti conosciuto, la costruzione di un impianto industriale in località Buraccio, senza che nessuno si opponesse o chiedesse garanzie di risultati certi. Detta costruzione, avrebbe risolto ogni problema riguardo ai rifiuti, compresa la loro differenziazione e, attraverso un processo di gassificazione, generare energia elettrica, quindi costituire una risorsa per la comunità.
Tutto questo non funzionò, o funzionò solo in parte. Ritardò sicuramente il progetto di realizzazione delle raccolte differenziate, che invece dovevano essere organizzate subito dai Comuni, almeno nella fase di raccolta e di educazione della popolazione residente, e lasciò le percentuali di riduzione del rifiuto a livelli modesti, tali da rendere ancora indispensabile la discarica di Literno e anzi con necessità di estenderla. I costi chiaramente lievitarono.
Un processo industriale presuppone una organizzazione, aldilà dei risultati, costosa e diversa rispetto a quella precedente, quando il camion compattatore della raccolta, conferiva i rifiuti liberamente e in modo non differenziato in località Literno. L’attuale situazione è in evoluzione e modificabile. Un contratto stipulato dal commissario straordinario con la ditta costruttrice e titolare dell’impianto, la società Daneco, di recente acquisita dalla società Waste Management Italia, impone ai Comuni elbani, in regime di monopolio, di conferire i rifiuti al Buraccio, al prezzo che questa ritiene congruo per fronteggiare le spese sostenute e per soddisfare i propri guadagni.
Scelte sbagliate come si può intuire, che emarginano i Comuni elbani al ruolo di spettatori paganti e niente più, decisioni politiche prese dalla maggioranza che da sempre governa la Regione Toscana, maggioranza di sinistra alla quale non è estranea Rifondazione Comunista. Forse i "compagni" dell’Elba non erano d’accordo (anche se non si ricorda una loro uscita contraria in merito) ma il Partito comanda da lontano, con il metodo del centralismo burocratico, che non favorisce certo l’espressione di libertà. Importante è avere in bocca, ogni tanto, grandi e nobili parole e solenne indignazione, su argomenti magari minori, più abbordabili e di più facile presa popolare.
Rifondazione Comunista accusa anche il MADE, tra gli altri, di essere stato prima protagonista nella contestazione all’impianto del Buraccio (quando non era rappresentato nelle Istituzioni) e attualmente di essersi appiattito sulle volontà regionali. In precedenza il MADE poteva solo contestare e denunciare all’opinione pubblica, le scelte sbagliate, però senza "tirare sassi" (a differenza di quelli che sono pronti a sostituire una pur legittima protesta con una sassaiola oppure a intrattenere rapporti di contiguità e di ambigua alleanza con i violenti).
Ora, operando all’interno delle Istituzioni, il MADE cerca di incidere concretamente, modificando la situazione. Infatti, nei giorni scorsi, per mezzo del suo rappresentante Giuliano Fuochi, il Movimento è stato la forza politica che ha voluto che si accelerasse il processo di unificazione del servizio di gestione dei rifiuti, ottenuto attraverso un protocollo d’intesa tra i Comuni elbani. E’ questo un fatto politico rilevante che rimette al centro il ruolo dei Comuni isolani nella questione rifiuti e tutte le forze politiche sono adesso chiamate a concorrere per dare, finalmente, ai cittadini elbani un servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani efficiente e a costi più contenuti di quelli attuali. Rifondazione Comunista stessa è chiamata a questa responsabilità, essa rappresenta i nuovi comunisti che senza rinnegare il passato si dicono diversi.
A Rifondazione si richiede un dialogo costruttivo (non polemiche sterili che non portano a niente) di proporre idee, soluzioni, e non comportamenti offuscati dall’ideologia o dalla voglia di scoop a tutti i costi. Le prospettive per i prossimi anni, sono la soluzione contrattuale con la Waste e l’acquisizione dell’impianto da parte dei Comuni elbani con l’affidamento del servizio complessivo del ciclo rifiuti all’Esa spa. Quindi nel prossimo periodo, avverrà quel processo di avvicinamento al progetto finale che non lascerà immutata la situazione attuale. Il Movimento si adopererà per questo, insieme alle forze politiche attualmente alleate, ma è disponibile a discutere ad un tavolo più ampio, anche con quelle altre forze, che intendono dare maggiore spinta, alla conclusione del problema smaltimento rifiuti all’Elba.
Portoferraio 31/7/2001
Movimento Autonomo dell'Elba |
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