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Elba Oggi Settimanale di attualità e cultura dell'Isola d'Elba
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Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
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Lettera aperta dopo gli avvenimenti di Genova
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Nunzio Marotti, uomo politico di spicco all’interno della Margherita, all’Isola d’Elba, impegnato nel volontariato e presidente del Consiglio Provinciale, ci ha fatto pervenire questa lettera aperta. La pubblichiamo integralmente. ------- Lettera aperta dopo gli avvenimenti di Genova -
Indirizzata ai giovani che hanno manifestato per un mondo più giusto e solidale e agli adulti che hanno o non hanno condiviso. -- All’inizio di questa lettera vorrei chiarire il punto di partenza e, così, per brevità dico dei No e dei Sì che considero basilari. No alla rassegnazione di fronte ad un mondo in cui gran parte dell’umanità vive nella povertà e in un ambiente degradato, sì all’impegno per un mondo solidale e giusto; no alla violenza di qualunque tipo (anche verbale) e di qualunque provenienza, sì alla nonviolenza, intesa come impegno attivo contro le ingiustizie e per la vita; no al pensiero unico e all’omologazione, sì alle diversità e alla loro armoniosa convivenza.
Le iniziative collegate al vertice di Genova, compresa quella portoferraiese della scorsa settimana, hanno messo in luce la voglia di tanti giovani di "esserci" in questo tempo in cui le grandi scelte dei Paesi ricchi rischiano di approfondire i mali del nostro mondo. Un desiderio di "politica" che vi fa onore, anche perché segnato non esclusivamente da piccole rivendicazioni ma da una dimensione internazionale. Considero quello attuale un momento significativo. Mi auguro che non si crei un solco fra il mondo degli adulti e la vostra presenza. Sarebbe un errore imperdonabile che, in tempi non molto lontani, ha prodotto drammatiche conseguenze. Per fortuna (o per altro) tutti hanno visto tanti adulti insieme a voi, un segnale incoraggiante di interesse, attenzione e discreta partecipazione.
Mi sembra che ora sia il tempo della riflessione e del dialogo per capire come vivere, in modo costruttivo, questa voglia di partecipazione. Non è facile avanzare proposte, si corre il rischio di passare per paternalisti o simili. Accetto la sfida e mi espongo offrendo sparsi elementi di riflessione per un cammino comune. Un contributo da testimone di questo tempo così ricco di luci e di ombre.
1) Coltivare il desiderio di una vita e di un mondo all’insegna della giustizia e della bellezza. Un lavoro costante, quotidiano, soprattutto su se stessi, per vincere tutto ciò che non ci fa vivere pienamente la nostra vita: ogni forma di violenza, la pigrizia (soprattutto mentale), il tutto dovuto, l’individualismo e l’isolamento.
2) Impegnarsi in qualcosa di utile agli altri. Non mancano le proposte di volontariato (e se non soddisfano si possono inventare: tutto è nato – e può nascere - da un sogno condiviso con altri) e, se si aprono gli occhi, si vedono tanti bisogni e domande che attendono risposte.
3) Credere nella nonviolenza. Non è rassegnazione o passività ma un modo diverso di vedere la vita e di viverla. La nonviolenza fa vedere in ogni realtà, anche fra i rovi, elementi positivi che, se colti, diventano opportunità. La nonviolenza ti spinge ad agire e lottare per un mondo migliore usando solo la forza delle idee e il personale coinvolgimento, rifiutando di contrastare con quei mezzi violenti che sono espressione di un mondo ingiusto e brutto. Il nonviolento è un innamorato della vita e, per difenderla, rinuncia ad offenderla; al limite, offre la sua vita, sopportando su di sé le conseguenze della violenza. E in questo modo afferma la malvagità della violenza e, non restituendola, la vince in se stesso.
4) Dai concretezza alle tue aspirazioni grandi. Chiediti e confrontati su come puoi tradurre l’ansia di giustizia e di qualità della vita nelle scelte di ogni giorno. Per esempio, nei rapporti con gli altri (in famiglia, con gli amici), vivendo relazioni significative, profonde, segnate dal dialogo e vincendo la tentazione di un "pensiero unico", favorito dalle mode e dalle tendenze, che mortifica ogni originalità ed energia personale. Oppure, a scuola, cogliendo l’opportunità delle assemblee di classe e di istituto, facendone un momento non di noia ma di espressione e comunicazione (magari trovando forme nuove e più coinvolgenti); e anche facendo dello studio un’occasione per conoscere meglio la tua cultura e quelle altrui, approfondendo i legami autentici degli esseri umani e le cause delle divisioni e delle ingiustizie.
5) A chi, poi, si sente inserito nella grande storia del cristianesimo, perché ne condivide la fede o i grandi valori, vorrei dire di non aver paura di buttarsi nella mischia. Moltissimi giovani presenti a Genova nel grande corteo pacifico hanno preso alla lettera l’invito che il Papa, lo scorso anno a Tor Vergata, ha loro rivolto di non rassegnarsi di fronte ad un mondo ingiusto, violento ed inquinato. Un invito che significa impegnarsi per un altro mondo possibile (questo è stato lo slogan delle iniziative delle scorse settimane) e che, tradotto, significa fare politica, costruire una città planetaria a misura d’ogni uomo e di tutti gli uomini.
Cari giovani, il desiderio di una vita bella, vera, utile e significativa è potente come il fuoco ed è forte nei giovani e anche negli adulti (a volte, forse, cova sotto la cenere). Se insieme sapremo educarci, giovani e adulti, tirando fuori il meglio di noi stessi compreso questo fuoco, credo che saremo in grado di testimoniare che il mondo occidentale non è al capolinea e può giocare un ruolo importante nell’umanizzazione dei processi mondiali.
Nunzio Marotti
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