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Elba Oggi Settimanale di attualità e cultura dell'Isola d'Elba
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Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
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Sfiorato il disastro ambientale nel mare di Pianosa
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E’ stato uno dei più preoccupanti casi di inquinamento marino da idrocarburi quello che si è verificato nel mare dell’Arcipelago toscano, a largo di Pianosa, nei giorni scorsi. Sono parole, tra l’altro, della stessa Capitaneria di porto di Portoferraio che ha a lungo combattuto, con grande impiego di uomini e mezzi, per contenere la macchia di petrolio e successivamente bonificare il mare.
E ancora una volta dobbiamo parlare del criminale atto di qualche petroliera in transito che ha fatto il lavaggio delle cisterne in mare. Come sempre avviene in questi casi si sono anche subito levate autorevoli voci chiedendo che si faccia qualcosa per eliminare i gravi rischi ai quali, a causa del transito di queste navi, va incontro il mare protetto dell’Arcipelago toscano e del Santuario dei cetacei. Fulco Pratesi ed il WWF Toscano ad esempio, ma anche lo stesso presidente de Parco nazionale dell’arcipelago Giuseppe Tanelli.
Dobbiamo dire però che un pò tutti chiedono in effetti che si vieti il transito in questa delicata porzione di mare alle navi più pericolose, alle petroliere in sostanza, quanto meno alle cosi dette "carrette del mare", quei cargo fatiscenti e vecchi cioè che per l’ecosistema marino rappresentano una costante minaccia. Nei giorni scorsi si è davvero rischiato il peggio per le nostre coste. Una prima chiazza di petrolio si era vista galleggiare davanti alle coste dell’Elba, più precisamente a largo di Pomonte.
Era piccola però e la situazione è stata subito risolta. Il giorno dopo però si è fatta vedere un’altra macchia oleosa, ben più grande e preoccupante. Era appunto quella che ha minacciato Pianosa, quasi certamente lasciata dalla stessa petroliera. Lo sversamento si presentava davvero ingente: una striscia nera di petrolio che si estendeva sette miglia e che puntava dritta, spinta dal vento e dalle correnti, verso l’isola piatta. Naturalmente scattavano subito le contromisure da parte delle autorità marittime per evitare il disastro ecologico che si sarebbe verificato se il petrolio avesse raggiunto l’isola.
Ed hanno lavorato duro per almeno un paio di giorni gli uomini della nostra Capitaneria di porto... con 5 mezzi speciali anti inquinamento della Società Castalia coordinati dalle stesse motovedette della Guardia Costiera. Dall’alto svolgeva il suo importante compito anche il mezzo aereo "Orca 8/04" e, per fortuna impegno e abnegazione davano infine i loro frutti. Le coste non sono state raggiunte dal catrame... (solo sulla spiaggia pianosina di Cala Giovanna è arrivato un pò di catrame ma in misura molto modesta rispetto a quello che poteva avvenire). Disastro evitato dunque, ed anche il mare è stato alla fine del tutto ripulito.
Gli uomini della guardia costiera al termine del loro lavoro hanno tolto dalle acque circa 40 metri cubi di petrolio, anche aiutati dalle condizioni meteo che hanno consentito di lavorare con tranquillità senza spingere rapidamente la macchia oleosa verso terra. Un ultimo dettaglio che riportiamo volentieri, anche perché fa apparire chiaro il fatto che se da un lato vi sono personaggi senza scrupoli che causano inquinamenti gravissimi, dall’altro i cittadini sono spesso felici di sacrificare a favore della natura una giornata che doveva invece essere destinata al relax.
Parliamo di quanto è avvenuto a Cala Giovanna, la spiaggia sulla quale è arrivato un pò di catrame. Ebbene alcuni turisti che erano giunti quel giorno in escursione guidata a Pianosa hanno volentieri dato una mano per ripulire la spiaggia. Oltre a loro hanno partecipato alla pulizia anche il presidente del Parco Tanelli, carabinieri, agenti di polizia penitenziaria, guardie forestali e detenuti in semilibertà che ancora lavorano a Pianosa.
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