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Elba Oggi Settimanale di attualitą e cultura dell'Isola d'Elba
Direzione, Redazione e Amministrazione: info@elbaoggi.it
Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
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Il WWF lancia un SOS per i Parchi Nazionali
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Rischiano la paralisi la meta’ dei nostri Parchi nazionali, 11 delle 21 aree protette create per conservare e gestire le specie animali e vegetali e gli habitat piu’ importanti. L’SOS lo ha lanciato oggi il WWF Italia in una conferenza stampa tenutasi nella sede dell’Associazione alla presenza del Ministro dell’Ambiente, onorevole Altero Matteoli al quale sono state espresse forti preoccupazioni e dubbi sul futuro delle aree protette. L’elenco dei parchi a rischio stilato dal WWF fornisce un quadro a tinte buie del nostro verde protetto: Cilento e Vallo di Diano, Maiella, Gran Sasso-Monti della Laga tutti commissariati; senza Ente gestore Appennino Tosco-Emiliano ed in gestione provvisoria la Maddalena e l’Asinara; fuorilegge perche’ previsti dalla legge ma ancora paralizzati il Gennargentu e il Delta del Po per le cui specie e gli habitat presenti sono riconosciuti anche al livello internazionale; ancora da istituire la Sila, la Val d’Agri e l’Alta Murgia. Infine ben 6 parchi sono tuttora "acefali", ovvero, senza Direttore, Arcipelago Toscano, Cinque Terre, Gargano, Asinara e Val Grande e la Maddalena, quest’ultima anche a rischio cemento.
E nel Dossier consegnato al Ministro, oltre alla fotografia di ciascuna area protetta, c’e la storia dei commissariamenti, dei ritardi e delle incertezze nelle nomine. "Siamo coscienti che la situazione degli 11 Parchi piu’ a rischio e’ in buona parte ereditata e per questo riteniamo che l’attuale Ministro dell’Ambiente sia non solo un interlocutore obbligato ma anche un potenziale artefice per un rilancio della politica della conservazione del nostro Paese – ha dichiarato Gaetano Benedetto, responsabile rapporti politico-istituzionali del WWF Italia - Allo scadere del "decennale" della legge Quadro sulle Aree protette il WWF chiede che almeno i parchi nazionali diventino finalmente operativi.
"A pochi passi dal 2002, in occasione della Conferenza mondiale sullo Sviluppo Sostenibile a Johannesburg, quando si riuniranno tutti i capi di Stato e di Governo 10 anni dopo l’Earth Summit di Rio per fare il punto su cosa e’ stato fatto sinora per la concreta applicazione della sostenibilita’ in tutti i paesi del mondo – ha dichiarato Gianfranco Bologna, portavoce del WWF Italia - e’ fondamentale che l’Italia abbia avviato il proprio Piano nazionale della Biodiversita’ basato anche sulla Carta della Natura prevista dalla Legge Quadro sui parchi. L’importanza del sistema dei parchi e delle aree protette dal punto di vista del valore economico dei servizi degli ecosistemi e’ immenso e da solo giustificherebbe la massima tutela e protezione per questi serbatoi di biodiversita’, di rigenerazione dei suoli, di tutela dei cicli idrici, della fotosintesi dei boschi e delle foreste".
"Il male che accomuna oltre la meta’ degli Enti dei Parchi italiani –continua - e’ senz’altro l’"eccesso di burocrazia", accentuato da una contrapposizione folle tra funzioni statali e locali, esasperato quando poi gli enti che si confrontano sono governati da maggioranze di segno diverso": risultato, lentezza nei processi decisionali, nelle nomine degli amministratori e nella perimetrazione che rallentano lo sviluppo dell’area e creano, al posto degli Enti Parco, macchine farraginose che gli ambientalisti per primi e le popolazioni locali poi, vorrebbero mai vedere".
Da un’indagine effettuata dal WWF, i nostri parchi spendono in media circa il 70% delle proprie risorse per le attivita’ burocratiche (amministrazione, contabilita’, questioni legali, controlli atti burocratici) e solo il 30% per quelle istituzionali, ovvero, quelle per cui i parchi stessi sono stati creati (conservazione della natura, educazione e ricerca, promozione dello sviluppo sostenibile, etc). Una gestione che va esattamente nel senso contrario a quello dei parchi europei dove la burocrazia impegna appena il 15% delle risorse mentre l’85% si traduce in azioni concrete sul territorio.Il risultato piu’ sconfortante sono i lunghi anni di attesa per l’approva zione dei Piani del Parco e dei Regolamenti, ovvero, gli strumenti fondamentali per "mettere a regime" l’area protetta.
Ed il motivo e’ sempre lo stesso: le forti pressioni delle lobby che difendono interessi locali quasi sempre in contrasto con le finalita’ delle aree protette (costruttori e cacciatori in particolare). A distanza di 10 anni dall’approvazione della legge quadro sui parchi dunque solo Il Parco delle Dolomiti Bellunesi ha il proprio piano di gestione approvato. Ma lo spettro che minaccia la vitalita’ dei Parchi nazionali e che quest’estate ha fatto scoppiare di nuovo il "caso Parchi" con la nomina di un ex costruttore edile quale Presidente del Cilento, e’ lo scontro tra i poli della politica che rischia di mettere in secondo piano il ruolo della competenza e della professionalita’ nella scelta dei componenti dei Consigli direttivi degli Enti Parco e dei rispettivi Presidenti.
Una situazione di stallo che rischia di espandersi anche alle altre aree facendole diventare ostaggio della politica e bloccando le azioni di conservazione e di tutela e in pieno contrasto con le finalita’ della Legge Quadro. Il cuore verde del nostro Paese e’ dunque ancora a rischio, un patrimonio d’incalcolabile valore e bellezza che ha il diritto di essere tutelato e valorizzato. Allo scadere del decennale dei Parchi e’ arrivato il momento di superare quel contrasto tutto virtuale tra sviluppo economico e conservazione, un "abbaglio" strumentale che ha rallentato le opportunita’ offerte dal turismo, dalle nuove occupazioni, dalla difesa del territorio. --- Roma, 19 settembre 2001 - Ufficio Stampa WWF Italia |
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