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Elba Oggi Settimanale di attualità e cultura dell'Isola d'Elba
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Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
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Il Santuario dei cetacei diventa Parco Marino
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Ma rimane il problema più grave, quello cioè delle troppe petroliere in transito nell'alto Tirreno, molto spesso addirittura sone delle vere carrette dei mari. In molti ne chiedono il bando, tra di essi anche Legambiente ---
Via libera al santuario dei cetacei nel Mediterraneo. Finalmente il primo parco marino per la protezione di balene e delfini sarà realizzato. "Una notizia bellissima per chi ha a cuore l'ambiente e la salute del mare. Peccato che su questo parco gravi la pesante minaccia dell'inquinamento da petrolio, degli sversamenti accidentali di sostanze tossiche e delle contaminazioni dovute agli incidenti alle navi che trasportano petrolio e altre sostanze pericolose nei nostri mari".
Così Legambiente commenta la notizia della prossima realizzazione dell'area marina protetta che si estenderà per 90mila chilometri quadrati tra Italia, Francia e Principato di Monaco. "Si tratta di una zona pregiata e delicatissima - ha dichiarato il Responsabile Mare di Legambiente Sebastiano Venneri - che comprende ben tre parchi nazionali e altre aree protette, ma che è anche caratterizzato da un fortissimo traffico di petroliere.
Non dimentichiamo che uno dei più gravi incidenti avvenuti ad una nave cisterna - la Haven nel 1991- ha riguardato proprio questa zona, che ancora ne subisce gli effetti. Ma non solo. Molti sversamenti anche recenti, hanno riguardato il Parco dell'Arcipelago Toscano e, senza provvedimenti rapidi, il rischio rimarrà alto anche per il futuro. Tra i principali porti italiani che movimentano il greggio infatti, tre dei più trafficati (Livorno, Savona e Genova) vertono sull'area, con tutti i pericoli che ne conseguono.
Per garantire maggiori sicurezze basterebbe applicare l'accordo siglato a giugno tra associazioni ambientaliste, ministeri dell'Ambiente e dei Trasporti, Confindustria, Assoporti e sindacati per eliminare le carrette dei mari e regolare il transito di tutte le petroliere nelle aree sensibili".
Questo accordo, incomprensibilmente ancora non applicato, porrebbe l’Italia all’avanguardia anticipando di ben 4 anni le scadenze fissate dall’Unione Europea e dall’IMO (International Maritime Organization), per quanto riguarda l’eliminazione delle carrette e obbligando armatori e utilizzatori a bandire entro il 31 Dicembre 2003 le navi preMarpol per il trasporto di greggio e entro il 31 Dicembre 2005 le preMarpol adibite al trasporto di sostanze pericolose.
L’accordo prevede inoltre che l’industria italiana inserisca nei contratti di noleggio la clausola che vietava già dal 1 Luglio 2001 il transito delle petroliere, qualunque sia la bandiera di appartenenza, nelle Bocche di Bonifacio |
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