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Elba Oggi Settimanale di attualità e cultura dell'Isola d'Elba
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Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
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Legambiente critica sul disegno di legge Lunardi
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Ritorna in pompa magna la Grandi Appalti spa, il Governo stile Prima Repubblica che crea con leggi e norme ad hoc corsie preferenziali per far partire mega-cantieri di opere di dubbia utilità - soprattutto strade, autostrade e trafori - sicuramente assai onerose e altrettanto certamente sistemate sul territorio a casaccio.
Con una durissima critica Legambiente saluta l'avvio alla Camera della discussione tesa alla definitiva approvazione del superblindato ddl del ministro Lunardi, passato in Commissione con solo un emendamento, naturalmente proposto dal Governo.
"Il ddl Lunardi oltre a proporre una sostanziale deregulation nel settore delle grandi opere infrastrutturali - sottolinea Roberto Della Seta, portavoce nazionale di Legambiente - cancella in un sol colpo parte degli obiettivi federalista della modifica costituzionale recentemente confermata dagli italiani nel referendum del 7 ottobre scorso. Sono infatti le amministrazioni locali il principale nemico di un provvedimento che ha come obiettivo la celere realizzazione delle infrastrutture".
Uno degli aspetti più inquietanti del provvedimento è che la decisione su dove e come realizzare le grandi infrastrutture non spetterà più ai Comuni ma a un General Contractor, sostanzialmente un consorzio di banche e società private, che dovrà definire il progetto. Basterà così un semplice studio di fattibilità del ministero delle Infrastrutture per mettere a gara la realizzazione dell'opera. Sarà poi il General Contractor a definire la localizzazione dell'infrastruttura, a disegnare i progetti, a interloquire con il Cipe e a realizzare espropri, a ottenere tutte le autorizzazioni e a tenere i contatti con le Amministrazioni locali e di tutela, a preparare la Via, ma anche a garantire la trasparenza e la partecipazione dei cittadini coinvolti e delle Associazioni.
I Comuni ma anche gli Enti Parco, le Autorità di Bacino, le Soprintendenze, le associazioni ambientaliste potranno solo dare indicazioni su aspetti "che non modificano la localizzazione e le caratteristiche essenziali delle opere". Lo spirito centralista e privatista della Legge è insomma evidente. Legambiente ritiene inaccettabile la procedura prevista per motivi di trasparenza del procedimento, di qualità della realizzazione, di democrazia rispetto al coinvolgimento degli enti legittimati e preposti a garantire l'interesse pubblico.
"Deve essere lo Stato a stabilire quali opere realizzare e a definire i progetti - conclude Della Seta - ma nel quadro di un coinvolgimento delle altre amministrazioni nonché dei soggetti presenti sul territorio, per garantire qualità del progetto e trasparenza e, non ultimo, per evitare che si riproponga quel sistema di cattedrali nel deserto, inutili e dannose per l'ambiente e per l'economia del nostro Paese, che ha caratterizzato gli anni d'oro della Prima Repubblica"
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