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Elba Oggi Settimanale di attualità e cultura dell'Isola d'Elba
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Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
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Editoriale - Arcipelago toscano, sua identità e necessità di autogoverno - di Marcello Camici
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Ecco una nuova crisi della Comunità Montana (CM). La giunta attualmente in carica, nata da una crisi di quella che l'aveva preceduta appena due anni fa, doveva essere stabile e duratura in quanto "istituzionale" nata cioè col sostegno di maggioranza ed opposizione evitando così il commissariamento. Queste erano le premesse.
Ma la crisi è venuta proprio perché, pare, qualche partito della coalizione istituzionale avrebbe tolto la fiducia. Agli amministrati della Comunità Montana, ovvero ai cittadini elettori, non sarà forse mai chiaro il motivo per cui si è arrivati alla crisi. Nuovi cambiamenti di rotta, nuovi modelli di gestione, nuovi equilibri: chi lo sa? E' sempre stato così nelle crisi.
Qualche partito decide nella sua segreteria, toglie la fiducia e la giunta cade. Vista la storia della Comunità Montana è lecito domandarsi se la sua formazione deve essere delegata ai partiti?. E, più in generale, se abbia ancora un senso la Comunità Montana sul piano istituzionale così come è ora. Per il primo aspetto ho sempre sostenuto la formazione della Comunità Montana deve nascere su precisa indicazione del corpo elettorale così come accade per i comuni.
Non devono cioè essere i partiti, le amministrazioni comunali a concordare la giunta della CM ma i cittadini stessi la devono scegliere tra opposti schieramenti politici. Come dicevo, esiste a mio avviso, anche il problema delle funzioni di questo ente comprensoriale. Le forze politiche hanno già indicato alcune vie di rinnovamento:c'è chi parla di cambiare lo statuto, chi dice che l'ideale sarebbe andare verso una comunità delle isole,chi verso un comune unico e via dicendo.
La Comunità Montana dell'Elba e Capraia è stata istituita con legge dello Stato n 1102 del 3 dicembre 1971. Dal 1984, oltre alle normali funzioni di questi enti quali la predisposizione di strumenti per la programmazione e la gestione del territorio e delle funzioni delegate della Regione Toscana, questa Comunità Montana si caratterizza per aver assunto negli anni un ruolo articolato e complesso che l'ha portata ad essere non solo un ente di programmazione ma soprattutto un ente erogatore di servizi (vedi servizio idrico) e un ente che articola la propria attività in agricoltura, foreste e turismo.
E' una struttura comprensoriale che estende la sua giurisdizione a quasi tutto l'arcipelago, con l'esclusione dell'isola del Giglio. Ha una popolazione globale residente di oltre trentamila abitanti che per 3-4 mesi l'anno supera i centomila abitanti. La Comunità Montana ha attualmente uno statuto (pubblicato sul supplemento straordinario al bollettino ufficiale della regione toscana al n. 9 del 3/3/1999) che ne stabilisce finalità, compiti e organi di gestione.
L'arcipelago toscano è attualmente diviso in due province: Grosseto e Livorno. Costituisce di fatto zona marginale all'interno delle province di appartenenza con scarsi legami con il cuore del territorio di cui fa istituzionalmente parte. Questa marginalità è molto probabilmente destinata ad accentuarsi.
Per governare il nostro territorio non dobbiamo pensare ad un nuovo ente che replichi strutture amministrative incapaci di risolvere problematiche territoriali incrementando la confusione gestionale; al contrario dobbiamo attivare un processo che avvicini la soluzione dei problemi ai comuni e ai cittadini. Il processo deve insomma partire dal basso: dai comuni e dai cittadini che si riconoscono nel municipio e nel loro territorio concreto.
Uno statuto speciale di autonomia che consenta di legare sempre più le amministrazioni comunali nella gestione dei servizi e delle risorse comunitarie per lo sviluppo, nella valorizzazione delle risorse naturali, nell'amministrazione del turismo, del terziario, con la discussione delle problematiche dello sviluppo della piccola impresa.
Una semplificazione amministrativa e burocratica che non significherebbe comune unico o comunità delle isole ma, da un lato riduzione di norme e leggi e, dall'altro informatizzazione dei servizi pubblici: tante realtà municipali semplificate normativamente e burocraticamente con uno statuto speciale di autonomia.
Come è possibile continuare con un territorio insulare dove insistono due province, dove hanno potere amministrativo regione e provincia, comunità montana, comuni, parco, sovrintendenza ai beni culturali di Pisa e via dicendo (sicuramente mi sfugge qualcosa di altro). Credo che gli abitanti dell'arcipelago toscano abbiano problemi comuni da risolvere e prospettive comuni da cogliere.
Credo che le concrete vicende storiche ed in particolare lo sviluppo della grande industria, la sua crisi poi e l'emergere del turismo come attività economica fondamentale, abbiano creato una forte omogeneità ed una mentalità diffusa sostanzialmente comune su cui è possibile costruire un nuova identità collettiva. Problemi e prospettive che non possono essere adeguatamente affrontati all'interno di due rappresentazioni politiche ed istituzionali diverse, Livorno e Grosseto, che hanno ambedue altrove il loro centro.
Credo infine che le isole minori italiane debbano tutte trovare un raccordo (vedi documento unico di programmazione delle isole minori: DUPIM) ma è anche necessario che l'associazione delle isole minori italiane si confronti con le realtà insulari del Mediterraneo per contribuire a realizzare una politica comune che faccia dialogare l'Europa, l'Unione Europea, con i paesi arabi dell'altra sponda del Mare Nostrum.
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