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Elba Oggi Settimanale di attualità e cultura dell'Isola d'Elba
Direzione, Redazione e Amministrazione: info@elbaoggi.it
Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
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Scuola all'isola d'Elba: un 'malato' da guarire per avere un futuro
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Si fa un gran parlare di turismo, della sua qualità e della possiblità di poter prolungare la stagione. Il grande patrimonio storico ed architettonico dell'arcipelago, le tradizioni enogastronomiche elbane sono, secondo molti, un modo di migliorare l'offerta e l'immagine turistica e, al tempo stesso, offrire all'ospite turista qualcosa di più della spiaggia e del mare. Un valore aggiunto dunque che può farlo anche tornare nei mesi invernali.
La cultura quindi in aiuto e sostegno dell'industria turistica. Passata l'estate è iniziato l'autunno ed è in arrivo anche l'invernoo. Passati sono i soliti convegni culturali estivi con i soliti personaggi, le variopinte proposte di parchi culturali, di premi, di cittadinanze onorarie. Chiuso insomma il salotto culturale estivo, rimangono i gravi problemi culturali delle isole dell'arcipelago a comincaire dalla scuola. Credo che la scuola sia (o dovrebbe essere) la sede dove la cultura è protagonista. In Italia la scuola è ammalata da molto tempo, ad iniziare dall'università, dove urge una sana riforma che migliori l'istituto più elevato dell'istruzione in aspetti da troppo tempo dimenticati.
Occorre una riforma che non ripeta gli errori di quella dei cicli scolastici prodotti nella passata legislatura. Ma non è dell'università che voglio parlare quanto di quella scuola presente sull'isola. Nonostante gli sforzi e l'impegno di docenti, studenti e famiglie (vedi la nascita recente delle rete degli istituti scolastici elbani) che rappresentano indubbiamente la risorsa primaria, quella umana, è sul piano politico e delle risorse finanziarie che l'aspetto è pittosto deludente. Sul piano politico non si può non registrare che la eccessiva politicizzazione (con conseguente sindacalizzazione) non ha portato effetti benefici.
Sempre sul piano politico e finanziario, l'impegno delle istituzioni, che pur c'è stato ed esiste, non mi pare sia sufficiente. Parlano i fatti e i numeri in tal senso. La maggioranza di sinistra che amministra la Regione Toscana nel programma con cui si è presentata agli elettori nelle ultime elezioni ha il "progetto giovani" nel quale, tra i vari interventi, sono previsti anche quelli sulla scuola e formazione.
L'obiettivo della scuola e del sistema di formazione deve essere quello di incrementare il numero dei laureati e dei giovani con elevato grado di specializzazione, questo perchè, in Toscana, il 96 % dei ragazzi porta a termine la scuola dell'obbligo ma la percentuale di diplomati e laureati è inferiore alla media nazionale. Questa tendenza è particolarmente spiccata nella popolazione studentesca elbana dove l'abbandono scolastico e il raggiungimento della laurea pare siano, il primo, ai più alti livelli e, il secondo, ai più bassi di tutta la regione.
Tutto ciò è sintomo di un profondo disagio giovanile scolastico. Nel bilancio 2002 della Regione vengono individuate sette grandi aree di intervento su cui investire la manovra finanziaria regionale che è pari a 6855.07 milioni di euro (13273 miliardi di lire). Pare di capire che all'istruzione, formazione e lavoro, merito anche dei fondi europei, vengono destinati 218.51 ml di euro della manovra finanziaria: una quota bassa, pari al 3.1 % del totale, e lo è ancora di più se si tiene conto che per la sanità sono stanziati 4565.87 ml di euro che sono pari al 66.6 % della manovra totale.
Con questi numeri destinati alla scuola e formazione non credo si possa fare molto. Che in questo settore l'impegno della regione sia modesto lo dimostrano anche i recenti investimenti della provincia di Livorno per l'edilizia scolastica nella val di Cornia e all'Elba: un miliardo e 275 milioni di lire. Di questi solo 550 milioni all'Elba per le gravi carenze del patrimonio edilizio scolastico, essendo gli altri 725 andati alle scuole della Val di Cornia e di questi ultimi, 405 milioni tutti a Piombino.
Pensare però che l'elevato abbandono scolastico e il basso tasso di laureati sia dovuto solo ad un fatto di risorse finanziarie è troppo riduttivo. Altri fattori certamente intervengono. Uno di questi è che per raggiungere la laurea sono necessari anni di forte studio e grande sacrificio e spesso il giovane preferisce avere subito un lavoro. E' pertanto giusto che l'offerta scolastica dia molta importanza alla formazione professionale per un rapido inserimento del giovane nel mondo del lavoro ma, forse, oggi tutto ciò è troppo sbilanciato a sfavore di una solida cultura di base che consenta di raggiungere la laurea.
Forse è troppa l'attenzione che si rivolge al rapporto scuola-lavoro rispetto a quella che invece si dà ad una solida cultura di base. Se la scuola dell'obbligo non è in salute non sta bene infine neppure la scuola materna: gli asili nido pare che siano del tutto insufficienti al bisogno. E... se, in generale, la scuola piange significa che la cultura, sempre in generale, non ride.
Marcello Camici |
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