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Elba Oggi Settimanale di attualità e cultura dell'Isola d'Elba
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Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
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Editoriale - Parco marino: soldi e amministrazioni comunali
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Quali reali vantaggi porterà all'Elba il Parco marino? E... vi saranno ripercussioni ad esempio sulla settore del turismo nautico, per altro mai veramente sviluppato nell'Arcipelago? Riusciranno i comuni a presentare i progetti ed assicurarsi gli ingenti finanziamenti che adesso vengono previsti?
di Marcello Camici
Assai spesso le associazioni ambientaliste si rivolgono alle amministrazioni comunali ora lodandole quando, secondo loro, l'ambiente è difeso, ora criticandole quando, secondo loro, l'ambiente non è difeso.
Credo che i comuni e i sindaci che portano la responsabilità amministrativa della guida, debbano rispondere alle esigenze e bisogni dei cittadini, alle promesse della campagna elettorale ed intervenire laddove vengono infranti divieti e norme ambientali, già presenti e codificate in leggi esistenti indipendentemente dalla presenza del parco. E non sono poche queste leggi. In questo loro modo di amministrare possono e debbono anteporre esigenze e bisogni degli amministrati ai soldi che possono venire loro finanziati dal Parco.
Questo dovrebbe essere chiaro a tutti coloro che in sintesi affermano che la riduzione del territorio del parco riduce anche i finanziamenti. Insomma, niente più parco ma anche niente più vantaggi che ne derivano. Da quando il parco è stato istituito sono ormai trascorsi più di cinque anni e i vantaggi promessi da ormai tanti anni, non riusciamo a vederli.
Ma, a parte questo, pare anche di capire che l'opportunità che ora si presenterebbe sarebbe il fatto che il parco marino richiamerebbe trentacinque miliardi di finanziamento per un intervento articolato e finalizzato al contenimento dell'impatto della nautica da diporto, alla tutela dell'ecosistema marino-costiero, allo sviluppo sostenibile nelle aree marine protette e nelle isole minori.
Entriamo dunque nel merito della questione. Per il contenimento dell'impatto ambientale della nautica da diporto non mi pare che ci sia molto da contenere essendo la nautica da diporto elbana non certo all'altezza delle esigenze che il turismo nautico moderno richiede (per alcuni ferma addirittura agli inizi degli anni ottanta).
Stiamo parlando di un turismo che potrebbe richiamare presenze anche nel periodo invernale, creare nuovi posti di lavoro stabili per tutto l'anno, e sopratutto non a carico dell'erario pubblico, del quale nessuno esattamente conosce il... deficit. Un turismo, quello da diporto, che all'Elba è certamente molto meno sviluppato rispetto alla vicina Corsica o ad altre zone costiere del mediterraneo anche a noi non distanti.
Un turismo perciò che ha urgente necessità di essere sviluppato e qualificato. Per la tutela degli ecosistemi marino-costieri servono prima di tutto collaborazione e consenso dei cittadini e poi anche risorse finanziarie. Queste ultime servono in grande quantità (non basta certamente qualche decina di miliardi) e devono essere dirette in modo particolare a potenziare gli organi da sempre preposti istituzionalmente a tale tutela, a cominciare dalla Guardia costiera, dalle Capitanerie di porto e anche dal Corpo forestale.
I comuni elbani, nel decidere di presentare progetti, debbono valutare non solo tutto questo ma anche il fatto che ogni progetto avanzato dovrà essere condiviso con l'ente parco. Lasciamo ad ogni comune valutare cosa ciò comporta sul piano politico, della indipendenza ed autonomia amministrativa comunale. Ai comuni servono risorse finanziarie di cui disporre liberamente, nel rispetto delle leggi, e nella via della realizzazione di un sano federalismo fiscale ed amministrativo.
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