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Elba Oggi Settimanale di attualità e cultura dell'Isola d'Elba
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Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
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Editoriale - Indipendenza ed autonomia della Magistratura - di Marcello Camici
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La recente vicenda legata alle dichiarazioni del sottosegretario Taormina hanno sollevato molte polemiche e critiche. Alcuni sostengono che si è trattato di un attacco del governo alla magistratura e perciò viene adesso meno l'armonia tra i poteri dello Stato. Altri sostengono che si tratti di un vero e proprio attentato alla autonomia e all'indipendenza della magistratura.
A me pare chiaro il contenuto del messaggio del sottosegretario: il magistrato che nell'esercizio dell giurisdizione sbaglia deve, in qualche modo, pagare. Non mi sembra tutto ciò ledere nè l'autonomia nè l'indipendenza dei giudici. Indipendenza ed autonomia che devono esistere e realizzarsi in special modo nei confronti del potere politico.
E' difficile sostenere questo quando la magistratura è divisa in associazioni e correnti, certamente legittime, ma tutte con tanto di referente politico. Che dire a questo proposito del Consiglio superiore della magistratura ? Può questo organo costituzionale, così come è ora organizzato, essere garanzia di indipendenza ed autonomia?
Autonomia ed indipendenza, beni preziosi, poggiano entrambe sul senso di responsabilità del magistrato. Chi viene meno a questa responsabilità può essere immune da pene? Introdurre questo concetto nell'azione giurisdizionale del magistrato non mi sembra essere diminuzione di autonomia ed indipendenza, anzi è l'opposto.
Credo che dobbiamo molto alla magistratura che amministra la giustizia con senso di responsabilità, autonomia ed indipendenza e, personalmente, ammiro i magistrati che giornalmente con abnegazione svolgono la loro attività con questo spirito. Non dimenticheremo mai che molti di loro sono giunti fino all'estremo sacrificio. Il loro lavoro consente di realizzare il diritto alla giustizia sancito nel dettato costituzionale: la magistratura come baluardo a tutela dei diritti dei cittadini.
Questo diritto è preservato e conseguito quando la giustizia per arrivare ad una sentenza impiega anni? Questo diritto è preservato e conseguito quando, ad esempio, nelle sentenze di separazione e divorzio i figli sono quasi sempre stati assegnati alla madre? Questo diritto è conservato e conseguito quando ai minori è reso possibile accedere a siti internet sicuramente non educativi oppure ad una stampa contraria al buon costume come prescritto nell'articolo 21 della costituzione?
Giustamente si pone grande attenzione alle liste di attesa in campo sanitario che sono troppo lunghe e che perciò ledono il diritto costituzionale alla salute. Perché ciò non accade per la giustizia? Perché le spese sanitarie possono essere detratte dalla dichiarazione dei redditi e non le spese sostenute per avere diritto alla giustizia? Esistono due pesi e due misure per i diritti costituzionali?
Pare che l'Italia abbia il primato di condanne da parte della corte europea dei diritti umani in materia di violazione della convenzione europea dei diritti proprio per la eccessiva durata dei procedimenti giudiziari. Così alla fine della passata legislatura la maggioranza di centrosinistra approvò la legge di previsione di equa riparazione in caso di violazione del termine ragionevole del processo e modifiche dell'articolo 375 del codice di procedura civile (legge 24 marzo 2001 n. 89).
E' questa una legge che non solo non pone rimedio alla interminabile durata dei procedimenti giudiziari ma neppure risarcisce la violazione dei diritti umani violati dallo Stato italiano, violazione che solo una sentenza della corte può sancire. E' pertanto auspicabile che il nuovo governo proceda ad abrogare tale legge e al tempo stesso a porre seri rimedi ai mali cronici della giustizia italiana.
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