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Elba Oggi Settimanale di attualità e cultura dell'Isola d'Elba
Direzione, Redazione e Amministrazione: info@elbaoggi.it
Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
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Forte Inglese: la cultura si ribella
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Il Comune di Portoferraio ha dato lo sfratto ai pittori che hanno i loro ateliers nel Forte Inglese ed a una ventina di associazioni del volontariato e del tempo libero con sede in Salita Napoleone ( ex Istituto Tecnico Commerciale) intendendo provvedere al "recupero e messa in sicurezza" degli edifici.
Sono ormai trascorsi 7 mesi dalla notifica del provvedimento e ancora non sappiamo che cosa intende fare la civica amministrazione di un immobile di particolare valore storico come il Forte Inglese, miracolosamente salvatosi nel tempo e sottoposto a vincolo ai sensi delle leggi n. 1089 e n. 1497 del 1939.
Il Comune non ha in effetti alcun progetto di restauro della ex caserma settecentesca, non ha attivato procedure per ottenere finanziamenti comunitari e neppure accoglie la proposta di convenzione avanzata dal gruppo "Artisti all'Elba", a cui ha affittato alcuni locali della fortezza.
Qualcuno avanza l'ipotesi che si voglia mettere sul mercato uno dei gioielli di famiglia. Ma anche se risponde al vero il fatto che il Forte ha destato l'interesse di imprenditori e politici del continente, non vogliamo credere che l'amministrazione comunale arrivi a tanto.
Se così fosse, sarebbe quantomeno in aperta contraddizione. Dopo anni di battaglie, infatti, pare giungere a buon fine l'acquisto del Forte Falcone e della Tenaglia delle Fascine (la cosiddetta Gattaia, all'inizio di Calata Mazzini), strutture adesso ancora di proprietà del Demanio statale.
Da un lato, dunque, si prosegue l'azione di acquisizione mentre, al tempo stesso, si vorrebbero alienare beni di grande importanza storica che già si possiedono.
Fatta costruire da Cosimo III nel 1703 (Forte S.Giovanni Battista), demolita nel 1728 per ordine di Gian Gastone, ultimo dei Medici, la fortezza viene ripristinata e ribattezzata dagli inglesi quando Orazio Nelson al comando della flotta britannica prende possesso della piazza di Portoferraio (10 luglio 1796- 16 aprile 1797).
Agli inizi del nuovo secolo l'Elba è annessa alla Francia. Gli ingegneri di Napoleone, a seguito dello sviluppo tecnologico delle artiglierie, organizzano la difesa della città a "camp retranché", con opere distaccate sul territorio per proteggersi da eventuali assedianti.
Nel 1803 si prevede un ampliamento del Forte Inglese (che prende il nome di Fort S. Hilaire), si progettano il Forte S. Cloud (accanto alla centrale degli ex Alti Forni di Portoferraio), una ridotta a S. Rocco, una sul monte delle Bombe e un altro forte sul monte Albaro (o Montebello).
Nel 1877, perduta ogni importanza militare, il Forte Inglese è destinato ad alloggio di domiciliati coatti. Ritorna agli onori della cronaca solo molti anni più tardi, all'inizio della seconda guerra mondiale quando viene riarmato (con una Breda binata da 20 mm.) e presidiato da militari richiamati che, nell'ottobre del '39, vi costruiscono accanto un acquartieramento.
Ma è soprattutto provvidenziale per tante famiglie (Bertelli, Bianchi, Bonelli, Cioni, Fortuna, Martelli, Calafuri, Filinesi, Scatena, Vadalà ecc.) rimaste senza casa. Esaurito il compito di ospizio per i senza tetto, qual è il futuro del forte? Finora i pittori, con la loro attività, hanno comunque contribuito alla sua sopravvivenza. Ma ci vuole ben altro.
Bisogna intervenire con urgenza presentando un progetto esecutivo di restauro invece di intimare lo sgombero dei locali, bisogna tutelarlo dal pericolo delle manomissioni e del degrado anziché chiuderlo. Gli studiosi insistono sul fatto che è non solo possibile ma necessario recuperare i diversi episodi che hanno caratterizzato la storia di Portoferraio fortificata oltre la Porta a terra.
Valorizzare il complessivo sistema di fortificazioni realizzato negli anni successivi alla costruzione di Cosmopoli lungo l'itinerario che passa attraverso la collinetta di S. Rocco fino a Montebello. E in questo quadro particolare attenzione merita Il Forte Inglese che resta "una occasione di riconversione di una fortificazione a fini di studio, ricerca, sperimentazione".
E' quanto si sono proposti gli studenti di Architettura della California State University quando, negli anni 90, hanno presentato idee di recupero sotto la guida di Gianni Pettena.
E' stato un primo rilevante contributo che, notava Cristiano Toraldo di Francia, si deve leggere come "stimolo provocatorio, per un futuro riutilizzo del forte Inglese che, pur mantenendo una memoria dell'originaria destinazione, trasformi l'architettura in una struttura per l'incontro, la crescita culturale e la conoscenza dei caratteri storici e naturali dell'isola".
L'associazione "Artisti all'Elba" rivolge un pressante appello agli amministratori del Comune di Portoferraio, come ente proprietario, e a tutti gli altri soggetti in indirizzo, per concrete iniziative di salvaguardia e di valorizzazione del Forte Inglese.
Associazione Artisti all' Elba
Le adesioni si ricevono presso "Amici del Forte Inglese" - Forte Inglese - 57037 Portoferraio (e-mail: fortinglese@freemail.it ).
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