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Elba Oggi Settimanale di attualità e cultura dell'Isola d'Elba
Direzione, Redazione e Amministrazione: info@elbaoggi.it
Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
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Faita: sui rifiuti... non resta che piangere!
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Tra una fuoriuscita di percolato da una delle vasche di decantazione della discarica di Literno ed una mega conferenza in mondovisione da Porto Alegre dell'assessore all'ambiente della Provincia di Livorno Marco Della Pina, l'eterna emergenza rifiuti elbana si va ormai stancamente avviando verso la stagione estiva.
Riusciranno i Sindaci elbani a realizzare entro il prossimo 15 giugno il previsto ampliamento di Literno, ponendo fine all'attuale "esportazione" di rifiuti verso l'impianto di Ischia di Crociano (Piombino), come richiesto dall'Amministrazione provinciale? Saremmo tentati di rispondere, date le precedenti esperienze: "no, non ci riusciranno".
Ma ci sforziamo di essere ottimisti, e allora rispondiamo: "nutriamo dei forti dubbi". Abbiamo purtroppo la vaga sensazione che, salvo qualche imprevisto miracolo, il via vai dei camion carichi di immondizia, sulle strade e sui traghetti, proseguirà per tutta l'estate e chissà fino a quando.
Abbiamo una classe politica che in trent'anni e più non è riuscita a risolvere questo ed altri problemi. E manca una visione comprensoriale: nemmeno la si può pretendere più di tanto da un ente, come la Comunità Montana, che è un ente non elettivo e agisce solo su delega dei Comuni, che ora non ha più neanche una conduzione unitaria e non possiede di certo la forza per affrontare e risolvere questioni di questa portata.
Del resto, chi è stato mandato dal continente a risolvere per conto nostro il problema non ci pare abbia ottenuto risultati esaltanti. Il tanto pubblicizzato impianto del Buraccio, che avrebbe prodotto - si diceva - energia ed avrebbe selezionato i rifiuti "a valle", rendendo per noi privilegiati elbani di fatto inutile la raccolta differenziata, non è mai entrato in funzione e si è rilevato un vero e proprio "bidone al veleno".
In un altro paese, un tantino più civile del nostro e in cui vi sia la certezza del diritto, i responsabili politici e tecnici di questo fallimento, costato forse una ventina di miliardi (che già hanno cominciato ad essere prelevati dalle tasche dei contribuenti elbani, per i quali la tarsu ha raggiunto ormai valori da capogiro) avrebbero dovuto giustificare le proprie scelte e risponderne davanti a qualcuno.
E invece pare che addirittura la Daneco stia ora per alienare quello che rimane di questo geniale impianto, che tutto il mondo ci ha invidiato, ai Comuni elbani, per la modesta cifra di una quindicina di miliardi di vecchie lire. Una quindicina di miliardi che poi, ovviamente, verrebbero anch'esse prelevate dalle tasche dei generosi e comprensivi elbani.
La raccolta differenziata, a parte qualche rara eccezione (a Marina di Campo abbiamo visto di recente qualche moderno, igienico ed efficiente punto di raccolta), stenta a decollare. Alle Antiche Saline, da anni, giacciono abbandonate numerose campane marroni per la raccolta dei rifiuti organici.
Come già abbiamo detto altre volte, questo comporta oltretutto un considerevole danno d'immagine: chi viene dalle città del nord e dall'estero già da parecchio tempo è abituato a questo tipo di servizio. C'è, infine, il drammatico problema degli inerti: il punto di raccolta di Rio Marina è stato chiuso e le ditte che operano nel settore edilizio sono disperate, come del resto i privati cittadini. Tra l'altro, sono previste multe di migliaia di euro per chi non rispetta le regole.
La Provincia si è impegnata a creare due o tre punti di stoccaggio, dove i materiali dovrebbero essere riciclati e trasformati in materiale di nuovo utilizzabile. Ma il tempo passa, i disagi aumentano e soluzioni concrete non se ne intravedono. E allora? E allora, direbbe qualcuno, non resta che piangere.
C'è solo da augurarsi che, col tempo, migliori il livello dei nostri amministratori e, con questo, la loro capacità di risolvere almeno le grandi questioni (la sanità, l'acqua, i rifiuti, i trasporti marittimi) che da sempre ci trasciniamo dietro.
Perché il primo problema è rappresentato proprio dai meccanismi di selezione della classe dirigente elbana, ancor più oggi che si è fortemente ridimensionata la funzione dei partiti politici, che erano una vera e propria cinghia di trasmissione tra la società civile e il potere.
Faita - Gruppo gestori campeggi Elba
Il Presidente (Alberto Sparnocchia)
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