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Elba Oggi Settimanale di attualità e cultura dell'Isola d'Elba
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Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
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Ponte sullo stretto di Messina: chi paga?
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"Sappiamo quando inizieranno i lavori, quanto costeranno e quando questo fiore all'occhiello della politica infrastrutturale del governo Berlusconi sarà battezzato. Adesso, di grazia, qualcuno vuole dirci chi paga?" All'ennesima presentazione del Ponte sullo stretto di Messina, questa volta con tanto di date per inizio e fine lavori, Ermete Realacci, presidente di Legambiente, si interroga su quello che per il Governo è evidentemente solo un particolare di second'ordine.
"Abbiamo assistito - aggiunge Realacci - all'ennesima presentazione in pompa magna del nulla. Non c'è una strategia sensata e organica del trasporto fra le due sponde, non c'è una valutazione dell'impatto ambientale complessivo dell'opera, e non ci sono i finanziatori privati. Mi domando: chi pagherà questa cattedrale nel deserto?"
Nessun gruppo finanziario o istituto di credito deciderà mai di finanziare il Ponte a meno di una completa garanzia sui rischi finanziari da parte dello Stato: i dati sull'andamento del traffico di passaggio sullo stretto sono in continuo calo da oltre 10 anni e risultano largamente insufficienti per attirare finanziamenti che coprano integralmente o per la gran parte le spese di realizzazione.
Gli scenari di traffico previsti dalla Società Stretto di Messina e utilizzati dagli Advisor prevedono una crescita tendenziale dei flussi automobilistici smentita dal costante calo di questo decennio e da tutti gli scenari di mobilità che prevedono invece forti aumenti per i trasporti aerei e marittimi.
"E se, come pare - evidenzia ancora Realacci - sarà lo Stato a pagare, si tratta di scegliere: o Ponte o acqua. E' preferibile investire piuttosto in interventi sui gravissimi problemi di carenza idrica, sulla depurazione che non soddisfa nemmeno le esigenze della metà dei cittadini, sul degrado dei servizi pubblici, sul rilancio dei collegamenti alternativi multimodali, certamente meno costosi".
"La Sicilia - conclude - ha solo 105 km di rete ferroviaria a doppio binario, solo la metà è elettrificata. La velocità commerciale sulla rete ferroviaria non si spinge oltre i 30km/h km/h. Non è quindi lo stretto di Messina il collo di bottiglia dei trasporti tra la Sicilia e la Penisola. Il contributo dato dalla costruzione del Ponte, in termini di risparmio nel tragitto ferroviario tra Napoli e Palermo, sarebbe di circa 30 minuti. Investimenti della stessa entità sul tracciato Napoli-Villa San Giovanni o Messina-Palermo nel raddoppio dei binari porterebbero ad un risparmio in termini di tempo di circa 2 ore".
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