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Elba Oggi Settimanale di attualità e cultura dell'Isola d'Elba
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Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
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La Regione: basta costruire in zone a rischio
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C'era un bel sole e faceva caldo in quel pomeriggio domenicale in cui il presidente della Regione Toscana Claudio Martini, accompagnato dall'assessore all'Ambiente Tommaso Franci, è venuto all'Elba per rendersi conto di persona dei danni causati dal nubifragio del 4 settembre 2002.
Circa un mese dopo la grande pioggia dunque la Toscana ha fatto il punto della situazione e la conclusione che ne è stata tratta è chiara: non si può scherzare con il territorio, niente nuove costruzioni in zone a rischio.
Già, perché il nubifragio di settembre ha fatto danni dove era a dir poco prevedibile che li facesse, ovvero in quelle aree che da sempre sono note per essere foce dei canali o zone umide.
Quelle in definitiva dove defluiscono le acque piovane, e dove, incredibilmente, non si è mancato di costruire in passato rendendo così più devastante la forza del nubifragio che, naturalmente, ha molto danneggiato proprio quelle "avventurose" edificazioni.
Queste aree dovranno essere adesso messe in sicurezza e finché questo non sarà avvenuto neanche un nuovo mattone potrà esservi posto. La cosa per altro ha effetti molto concreti dati che i comuni elbani hanno previsto nei nuovi Piani strutturali anche costruzioni in queste zone a rischio.
Adesso però la Regione blocca tutto, se ne riparlerà in futuro quando il territorio colpito sarà ripristinato e reso sicuro. E i danni dell'alluvione 2002 si rivelano sempre più pesanti: ormai si parla di oltre 90 milioni di euro necessari.
Il presidente Martini ha anche scritto, nei giorni scorsi, al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per chiedere l'aiuto del governo. Lo ha annunciato durante un incontro con gli amministratori elbani e provinciali che si è tenuto subito dopo il sopralluogo.
Due le zone che Martini e Franci hanno visitato, per altro le più colpite: la Foce, a Marina di Campo, e l'estremità ovest della spiaggia di Lacona, località che si presentano ancora visibilmente ferite.
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