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Elba Oggi Settimanale di attualità e cultura dell'Isola d'Elba
Direzione, Redazione e Amministrazione: info@elbaoggi.it
Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
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I rifiuti che... scottano
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Stupore, è questo il sentimento prevalente all'Elba sull'ipotesi avanzata dai comuni dell'isola di risolvere (si fa per dire) il problema di come smaltire al meglio i rifiuti solidi attraverso un inceneritore (o termovalorizzatore, che dir si voglia), per altro uscendo del tutto dalla linea già definita dal Piano provinciale dei rifiuti.
E stupito di questo si è detto anche l'assessore regionale all'Ambiente Tommaso Franci che, assieme al suo omologo provinciale Marco Della Pina, ha tenuto nei giorni scorsi una conferenza stampa, a Portoferraio su questo tema criticando l'atteggiamento ora assunto dai comuni elbani.
Anzi, Franci è stato durissimo, ha parlato addirittura di "immaturità degli enti locali dell'isola" che prima hanno portato avanti un progetto con Regione e Provincia basato sul passaggio ad una efficace raccolta differenziata e poi, a sorpresa, chiedono di invertire la rotta.
I comuni elbani chiederebbero addirittura di divenire un Ato (Ambito territoriale ottimale) autonomo (cosa, per altro, impossibile per legge) e di dotarsi di un inceneritore che non potrà mai funzionare bene dato che ha bisogno di ricevere giornalmente una quantità di rifiuti grande e costante.
E' facile immaginare quindi come la scelta sia sbagliata per un posto come l'Elba che, per la sua stagionalità turistica, produce molti rifiuti in estate e... molto pochi in inverno.
Insomma, nessuno ha davvero capito questa sortita di sei comuni dell'isola su otto ("virtuosi" solo Marciana e Rio nell'Elba) e da più parti ci si chiede perché quegli stessi enti che fino a ieri hanno definito "bidone al veleno" il gassificatore (o inceneritore, che dir si voglia) di Buraccio (ora inattivo e in predicato di divenire un semplice separatore di rifiuti) adesso vogliano trasferirlo a Literno e "convertirlo" in termovalorizzatore.
Già, perché? E' solo la ormai consueta voglia di buona parte dei comuni isolani di "affrancarsi" dalle tutele del resto della Toscana o... c'è di più? Forse vi sono interessi industriali forti? Si tenderebbe ad escludere questa seconda ipotesi dato che non è mai sembrato che all'Elba i rifiuti possano davvero costituire, in qualche modo, un businness interessante.
Però non si può mai dire e, pur sicuri della buona fede di chi amministra l'isola, una certa preoccupazione, soprattutto se si guarda ai molti sbagli fatti in vari campi in passato, è sicuramente autorizzata.
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