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Elba Oggi Settimanale di attualità e cultura dell'Isola d'Elba
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Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
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Acqua: la ricetta dei Verdi
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Che le Istituzioni, dal Ministero ai Comuni elbani, passando per Regione e Provincia si accordino per affrontare in maniera strutturale il problema della carenza idrica all'Elba (e nell'Arcipelago), è positivo.
Ora che la sentenza del Tar ha chiuso, speriamo, l'ipotesi separatista e autolesionista dei cinque Comuni elbani e della Comunità Montana dell'Elba e Capraia (che per altro ha fatto un buon lavoro sui pozzi) contro il gestore unico in ambito Ato del ciclo dell'acqua, è il momento delle scelte.
Cominciamo ad evitare quelle sbagliate, come quella del dissalatore previsto a Marciana Marina le cui caratteristiche sono:
alti costi iniziali (5 miliardi di vecchie lire, che spende il Ministero, per la sola realizzazione dell'impianto); un considerevole consumo energetico (quasi 1000 kw/h necessari a produrre 40 lt al secondo) che porterà il costo di un metro cubo di acqua così prodotta a oltre 8.500 vecchie lire contro le attuali 1.600 (chi pagherà la differenza?); costi ulteriori per disinnescare l'impatto ambientale da salamoia che risulterà dagli scarti.
Tenendo conto che all'Elba circa il 40% (stime di qualche anno fa) dell'acqua immessa in rete è destinata a disperdersi per la fatiscenza delle condutture, che senso ha spendere miliardi per ottenere una parte di ciò che la Comunità Montana ha ottenuto l'anno scorso con il recupero di alcuni pozzi, spendendo poche decine di milioni?
Verifichiamo prima, allora, se quei 40 litri sono recuperabili, nella zona di Marciana Marina, da nuovi pozzi o da migliori rendimenti di quelli esistenti, e poichè Marciana Marina, ha rifatto la rete idrica, usiamo quei fondi in maniera più produttiva.
Se il Ministro Matteoli o altri pensano in sostanza al dissalatore per risolvere il problema acqua all'Elba e non per regalare miliardi ad una multinazionale (americana?) si metta quel denaro, assieme ad altro che può arrivare con i fondi europei, regionali e dallo stesso Ato, per iniziare a ricostruire la rete idrica dell'Elba, a cominciare da Portoferraio, più precisamente dal suo centro storico che non vede uscire acqua potabile dai rubinetti da troppo tempo.
Diciamo Portoferraio soprattutto perché vi è, oggettivamente, un'alta concentrazione di abitanti assieme ad un elevato grado fatiscenza della rete idrica. Pozzi, rifacimento condutture, recupero delle acque trattate, depurazione, sono aspetti di quella gestione integrata del ciclo delle acque che è ora di mettere in piedi, senza improvvisazioni.
Ato e Comunità Montana hanno risorse, competenze ed energie per collaborare in questa direzione. Facciamo, a cominciare dall'acqua, le scelte giuste nell'interesse dei cittadini elbani.
Verdi Arcipelago Toscano
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