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Elba Oggi Settimanale di attualità e cultura dell'Isola d'Elba
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Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
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Una parola chiara sul Comune unico
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Danilo Alessi (Ds) risponde alle forze politiche della Casa delle Libertà di Rio Marina che lo avevano attaccato sulla ipotesi, che per altro la sinistra avanza da tempo, di intraprendere un cammino verso la fusione di tutti i comuni elbani in un Comune unico dell'isola d'Elba...
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Evidentemente Verdura (Udc) non era stato abbastanza efficace. Occorreva qualcosa di più. Ed ecco che si riuniscono tutti insieme, Forza Italia, Aa, Udc e Gic (?), per lodare nuovamente la "geniale intuizione" del senatore di Pistoia, dare bacchettate alla solita stampa scandalistica e, sopratutto, dare una lezione a quel rancoroso collaboratore parlamentare che si permette di polemizzare con il loro sindaco.
Un bel "gurguglione", come dicono a Rio, al quale hanno in gran parte già risposto le sezioni Ds di Rio nell'Elba e di Rio Marina, e che, per quanto mi riguarda, vorrei commentare solo per la parte più seria, tralasciando gli innumerevoli spunti di involontaria comicità che emergono nelle altre.
Mi interessa, cioè, prendere in considerazione due argomenti che nello sproloquio dei discepoli bosiani sono più o meno inconsapevolmente sfiorati. Il primo (toh, che scoperta!) è che la strada per un comune unico elbano sarebbe "lunga e tortuosa". Quindi è meglio seguirne una più agevole, e cioè la fusione di due comuni, che avrebbe il "vantaggio di eliminare gli sprechi legati alla duplicazione delle strutture territoriali", senza avere (ed ecco il secondo) "la pretesa di ignorare secoli di storia, tradizioni, identità differenti".
Così, testualmente, dichiarano i replicanti del senatore sindaco di Rio Marina. Da ciò derivano alcuni significativi riconoscimenti che è bene sottolineare. Il più evidente è che esiste un problema di sprechi di risorse che impediscono un "buon governo" del territorio e che una semplificazione istituzionale può risolvere. Il comune unico sarebbe la soluzione ottimale, ma non si fa perché ci sono "troppe difficoltà".
Questa è l'unica vera dichiarata ragione che emerge, perché quella dei "secoli di storia" (la morfologia questa volta è stata accantonata) è veramente risibile e privo di senso. Perché chi lo usa dimostra di non avere neppure letto la legge e, ancor più grave, non ha alcuna considerazione per l'intelligenza, la memoria, la vitalità di chi vive nei paesi dell'Elba.
La istituzione del comune unico porterebbe alla creazione dei municipi, che con maggiori risorse disponibili migliorerebbero non solo la qualità della vita (in servizi alle persone), ma accentuerebbero la loro autonomia operativa e funzionale. L'articolo 16 del Testo Unico dell'Ordinamento degli enti locali prevede, infatti, l'elezione diretta degli organi dei municipi, applicando agli amministratori le stesse norme di quelli dei comuni con pari popolazione.
Il comune unico, dunque, non solo consentirebbe un più alto livello di efficienza, una sensibile riduzione dei costi e una effettiva e unitaria capacità di governo del territorio (acqua, salute, rifiuti, ambiente, trasporti ed altro), ma valorizzerebbe ed esalterebbe ancor più le specificità locali e le loro identità culturali. E ciò sia in termini di rappresentatività elettiva, sia in più concrete disponibilità economiche e strumentali.
Vogliamo farlo un discorso serio su tutta questa materia? O ci vogliamo ancora nascondere dietro difficoltà, che ci sono, ma che sono solo di volontà politica? La differenza sostanziale fra me, il mio partito e Catalina Schezzini da una parte e il senatore con i suoi sprovveduti fans dall'altra, è che noi possiamo anche considerare positivo un primo passo di semplificazione amministrativa quale quello delle fusione di due o più comuni, ma proprio come una prima tappa verso l'obiettivo vero, che è un soggetto istituzionale unico all'Elba.
Da parte loro, invece, così non è. Il comune unico non si deve proprio fare (semmai la Provincia, on. Bosi, o no?), perdendo di vista che le cose, sul piano comprensoriale, con uno o due comuni in meno, non cambierebbero granchè. Il problema da risolvere è e resta il governo unitario del territorio. E' la destra che vuole mantenere gli orticelli e le clientele paesane.
E la mia impressione è che anche nell'ultima versione delle variegate posizioni bosiane, lo scopo sia poi in fondo lo stesso: facciamone uno di due per estendere il nostro potere, visto che quelli di giù (Rio Marina) sono un po' più numerosi di quelli di su (Rio nell'Elba), con la illusoria convinzione che quelli di giù continueranno in eterno a votare per il centrodestra. Qualcuno, questa misera cosa, ha ancora il coraggio di chiamarla "buona politica".
Danilo Alessi |
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