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Elba Oggi Settimanale di attualità e cultura dell'Isola d'Elba
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Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
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Parco: confini da rivedere?
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Secondo Ruggero Barbetti, dal settembre del 2002 alla guida dell'ente come commissario straordinario, i tempi sarebbero maturi per tracciare una nuova perimetrazione del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano. Lo si potrebbe fare, dice, attraverso la istituzione delle Aree contigue...
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Sarebbero maturi i tempi perché vengano apportate le opportune modifiche all'attuale perimetrazione del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, ormai risalente al 22 luglio 1996. E' un concetto che emerge chiaramente dalla relazione al bilancio preventivo 2004 del Parco elaborata dal commissario dell'ente Ruggero Barbetti. Infatti, tra gli obiettivi e le priorità della gestione dell'Ente vi è proprio la "revisione della perimetrazione dell'area protetta e individuazione di "Aree Contigue".
Secondo il commissario del Parco sarebbe dunque necessario rivedere la perimetrazione dell'area protetta. "Nel 1996 - ha precisato Barbetti - si sono tracciati dei confini guardando più alle percentuali da raggiungere per porre in essere il Parco che non alle caratteristiche del territorio".
Come si legge nella relazione al bilancio di previsione del prossimo anno, Barbetti punta diritto verso la istituzione delle così dette Aree contigue. "Dalla Legge Quadro sulle Aree Protette - ricorda il commissario - vengono previste anche le Aree contigue, che sono istituite dalla Regione Toscana d'intesa con l'Ente Parco e con gli Enti locali interessati, e che sono soggette alle normative di carattere generale prescritte per tutto il territorio nazionale, nelle quali si potrebbero sviluppare anche progetti ed attività a supporto delle iniziative dell'Ente Parco e che possono quindi avvalersi del suo marchio e delle favorevoli opportunità concesse a livello nazionale ed europeo".
Seguendo questa logica si avrebbero due zone sotto la giurisdizione dell'Ente Parco: una zona destinata a Parco Nazionale e costituita da quella parte di territorio che vedrebbe assicurato il massimo grado di tutela ambientale, arricchito anche da tutti quei territori di interesse naturalistico, storico e culturale che non risultano inseriti nell'attuale perimetro del Parco.
La seconda zona sarebbe destinata ad area contigua e diventerebbe quindi di sviluppo e di supporto alle attività istituzionali del Parco. Vi confluirebbe la gran parte del restante territorio. Per raggiungere questo risultato è comunque necessaria una concertazione che interessi Ministero dell'Ambiente, Regione Toscana, Ente Parco ed Enti Locali interessati.
Da questa soluzione scaturirebbero, sempre secondo la relazione al bilancio di previsione 2004, almeno quattro importanti obiettivi. In primo luogo, si risolverebbero alcune scelte illogiche del passato di sottoporre a tutela con forti vincoli delle zone che non ne necessitano. In secondo luogo, si riconoscerebbe la protezione a zone di interesse storico culturale anche distanti dalle altre zone protette perché comunque inserite nell'ambito dell'area contigua.
"Inoltre - aggiunge Berbetti - si consentirebbe una più adeguata politica di piano dell'Ente Parco che, oltre ad azioni di difesa e limitazione, potrebbe anche portare avanti progetti di sviluppo per l'attuazione delle indispensabili attività di supporto ai propri fini istituzionali. Infine, ma non ultimo, si risolverebbe il problema legato alla tradizionale attività della caccia, considerato, oltretutto, che nelle aree contigue è permesso l'esercizio della caccia ai soli residenti".
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