Incuria e... curiosità sulle spiagge elbane
Legambiente ci segnala due casi, uno curioso, l'altro purtroppo consueto. Quest'ultimo rappresenta l'ennesiono esempio di incuria e riguarda la bella spiaggia della Padulella, a Portoferraio, il cui accesso è ancora reso difficoltoso da rifiuti e macerie. Il primo caso invece è... tutto naturaleNei giorni scorsi Legambiente Arcipelago Toscano ha ricevuto una allarmata segnalazione sullo stato della spiaggia della Padulella, nel Comune di Portoferraio. Alcuni cittadini denunciavano l'abbandono della strada e della scalinata di accesso che parte dalla ex pensione Padulella e la presenza di rifiuti e macerie lungo il percorso e sulla spiaggia.
"Le macerie sono presenti, - commemntano a Legambiente - ma quelle che abbiamo visto di fianco al sentiero si riferiscono a cantieri in corso e speriamo vengano tolte con la chiusura dei lavori. La spiaggia e il sentiero sembrano essere stati ripuliti di recente e le ghiaie bianche sono state livellate con un mezzo meccanico che ha creato un accumulo sul lato occidentale della spiaggia, quindi la situazione pare migliorata rispetto alla segnalazione, ma non del tutto.
"Infatti - sottolineano gli ambientalisti - proprio alla fine della scalinata, a sinistra verso il mare e la scogliera si aprono una spaccatura nella roccia bianca occupata da spezzoni di metallo arrugginiti e pericolosi ed una piccola caverna che è diventata ricettacolo di rifiuti. Una spiaggia bella e frequentata come quella della Padulella non merita un simile affronto, invitiamo l'Amministrazione Comunale ad intervenire per rimuovere i rifiuti".
A Schiopparello invece sulla spiaggia si possono vedere le "olive del mare". Si tratta di una situazione non molto comune alle nostre latitudini, almeno con questa abbondanza. "La battigia della spiaggia di Schiopparello e Le Prade - segnala ancora il circolo elbano del Cigno - è letteralmente invasa da strane 'olive' e da 'petali' verdi. Dopo l'eccezionale fioritura segnalata da biologi e subacquei la Posidonia Oceanica ha infatti finalmente fruttificato e lo ha fatto in maniera massiccia".
Il risultato, ci dice Legambiente, è quella che all'Elba, quando si depone sulle spiagge, viene chiamata erroneamente "Alga" o "Aliba", ma che è una vera e propria pianta, una Fanerogama marina endemica del Mediterraneo, con radici, fusto, foglie, fiori, semi e frutti e riproduzione sessuale.
La maturazione del frutto di Posidonia, detto anche "oliva di mare" si ha dopo 6 o 9 mesi dalla fioritura; arrivato a maturazione il frutto si stacca dalla pianta madre e galleggia sulla superficie dell'acqua grazie all'involucro esterno (pericarpo) poroso e ricco di sostanze oleose. Il frutto viene trasportato dal vento e dalle correnti anche molto lontano dalle praterie originarie.
La germinazione avviene dopo che, con la rottura del pericarpo, il seme cade sul fondo dove trova condizioni favorevoli per dar vita ad una nuova pianta. Le immagini attestano un fenomeno già descritto dal noto sub portoferraiese Amore e sono il segnale della salute delle praterie di posidonia, così importanti per contrastare l'erosione delle coste, per l'ossigenazione delle acque e per l'intero ciclo della vita marina del Mediterraneo.