Un'Elba che non ci appartiene
Un lettore elbano ci scrive per manifestare le sue perplessità in merito alla reazione che una parte di isolani ha avuto sull'arresto del sindaco di Portoferraio Giovanni Ageno. In altre parole il nostro lettore non ha condiviso lo spirito della manifestazione a favore del primo cittadino arrestato, e non condivide il vittimismo fatto di inerzia ed egoismo di quanti vorrebbero gestire l'Elba a modo loroIl comprensibile sconcerto, suscitato all'Elba dagli avvenimenti di questi
giorni, non è minore delle perplessità che suscitano le reazioni di una
buona parte di elbani, di fronte ai fatti accaduti.
Si vedono raccolte di firme a sostegno di alcuni degli arrestati e si
organizzano fiaccolate solidali; vengono fatte dichiarazioni di
voto pro indagati alle prossime elezioni del tipo "prima non glielo avrei
dato di certo, ma ora..." e riaffiora diffusa anche quella componente
"autonomista", repressa, ma profondamente radicata e attiva nell'isola, che
sostiene da anni il principio secondo il quale "l'isola è nostra e noi la
gestiamo come ci pare". Quasi un essere "contro" la magistratura e, di fatto, la legge.
Quei magistrati, si dice, sarebbero manovrati, come marionette, dalla massoneria
"vincente" (ma quale sarà quella perdente?) e usati come arieti per
scalzare, a ridosso delle elezioni e con gli inauditi arresti, quei
candidati e quella giunta, rei per qualcuno di aver disobbedito,
negli ultimi anni, agli ordini di scuderia che venivano dalle segreterie di
partito, da Roma. Ufficiali dei carabinieri, accecati dal solo spirito di
vendetta, si sarebbero permessi di indagare "nei fatti degli altri, nei fatti
nostri". E' un complotto politico, dicono, teso a rubarci i soldi del turismo. E via discorrendo...
Neanche a parlarne, poi, che quei magistrati possano essere invece persone serie, dotate magari di quello che comunemente viene chiamato senso di responsabilità e di giustizia. Pensiamo davvero che i magistrati siano così facilmente manovrabili? Siamo stati così
abilmente manipolati negli ultimi anni dalla tv che adesso ogni magistrato
che non sia daccordo con noi (e con le nostre azioni o quelle dei nostri
amici e conoscenti) diventa sicuramente un Comunista?
Oppure è certo un Massone! O comunque è manovrato da qualcuno, da qualcosa. La legge è lì per giudicare, anche per capire, difficilmente per giustificare atti contrari ai suoi articoli. Penali. Il fatto di essere uomini pubblici è un'aggravante, essere sempre stati persone perbene non è sufficiente, almeno in questa fase.
Quel che preoccupa è che all'Elba, dove tutti sanno tutto di tutti, da una
buona parte degli elbani i fatti contestati non vengono respinti nel merito
della loro gravità, non si sostiene che non siano veri, ma si afferma che i
provvedimenti sono esagerati, che la tempistica è sospetta, che il danno
d'immagine per l'isola è grave, che è una chiara manovra politica, che in
fondo per così poco... sono cose che succedono dappertutto!
Si parla quindi d'altro, dimenticando per esempio quel che accadde non molti anni fa in un
grande Comune italiano, dove in una notte, prima delle elezioni, vennero
firmate migliaia di licenze edilizie. La magistratura avrebbe dovuto
aspettare, anzi no, anticipare. Cosa? Non si dice e non si sa.
Qui non sarebbe certo accaduto come nel grande Comune e certo l'Elba non è
neanche Gioia Tauro, come maliziosamente un giornalista ha chiesto al
procuratore delle indagini, ma è certo che quest'isola, cresciuta troppo in
fretta, ma con un'economia fragile e a corrente alternata, è pervasa da una
sorta di difficoltà verso la legge, forse perchè è in difficoltà anche nel
rapportarsi con le amministrazioni locali, che per parte loro hanno gestito,
e per troppi anni, il potere amministrativo come una cosa personale e come
fonte di elargizione di concessioni, e naturalmente di voti piuttosto che
come servizio pubblico e riconoscimento di diritti legittimi, preoccupandosi
per lo più di piani urbanistici, meno che mediocri, anzichè del servizio da
rendere alle comunità locali, al sociale e all'economia.
Non sono trascorsi moltissimi anni da quando qui le campagne elettorali, in qualche comune, venivano ancora fatte da vigili urbani che, in divisa, andavano porta a porta a raccomandare con cipiglio minaccioso il candidato del cuore. L'Elba è in difficoltà per la
piccola furbizia dilagante e che è in sé contagiosa nel tessuto sociale,
come si riscontra nei trasporti, nel commercio, nei locali pubblici, nella
grande distribuzione. Nella politica. E' in difficoltà per la presenza di un
carcere importante e ingombrante che porta inevitabilmente con se residui di
malavita, difficilmente assimilabili, senza conseguenze, in una comunità,
che è isolana, ma dove, per ora, gira ancora molto denaro.
Qualcuno ha detto che l'Elba meriterebbe progetti di alto profilo, ed è
vero, e forse è finalmente finita l'epoca dei finti urbanisti che oltre a
creare danni estetici permanenti, per incapacità progettuale, spesso
pasticciano con i documenti bollati, creando danni penali, altrettanto
gravi, anche agli amici degli amici.
L'Elba, come viene sollecitato da più parti ha un estremo bisogno di progetti di qualità, di amministrazioni pubbliche di qualità, della gestione di qualità dell'unica nostra vera fonte
di reddito: il turismo.
Se gli uomini, o le donne, in grado di affrontare queste sfide sull'Elba ci
sono, si facciano avanti, se non ci sono, importiamoli, impariamo dalle
università americane che hanno attinto ai nostri atenei accaparrandosi i
cervelli migliori.
Poi potremo proseguire da soli, con le nostre gambe, avendo imparato qualcosa, ma per
carità ora mettiamo da parte questa presunzione che ci acceca impedendoci di
capire ciò che sta accadendo. Tempo ne è rimasto molto poco per tornare alla
normalità, pensiamoci da soli prima che ce lo impongano di nuovo.
(Lettera firmata)