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Elba Oggi Settimanale di attualità e cultura dell'Isola d'Elba
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Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
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Il colpo di mano
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Il colpo di mano Un commento all'approvazione dell'emendamento con il quale, in Commissione affari costituzionali è stata modificata la legge 394 sopprimendo l'istituto della intesa con le regioni per le nomine dei presidenti dei Parchi Nazionali. Con le istituzioni si discute, non si mette mano alla pistola... Ecco la conclusione a cui giunge questa lucida e coraggiosa analisi
di Renzo Moschini
Come definire in altro modo l'approvazione a maggioranza al Senato dell'emendamento con i quale a sorpresa si è modificato la legge 394 sopprimendo l'istituto della intesa con le regioni per le nomine dei presidenti dei parchi nazionali? E come non vedervi l'arrogante tentativo di rivincita di un Ministro che aveva già imboccato rovinosamente questa strada, ogni volta puntualmente censurato dalla Corte Costituzionale che gli aveva dato ripetutamente torto come nel caso dell'Arcipelago Toscano?
Un tentativo reso ancor più provocatorio ma anche più disperato perchè proprio nei comuni dell'Elba il ministro e i suoi fans sono stati severamente e sonoramente puniti dagli elettori. Questo episodio già grave in sé, vista la nessuna considerazione che il ministro ha avuto ed ha nei confronti delle Regioni che neppure erano state informate di questa sua intenzione, lo è ancor di più per una serie di altri motivi.
Uno di essi riguarda la recente istituzione di un tavolo di confronto tra Stato, Regioni, Provincie, Comuni, Comunità montane e Federparchi dal quale dovrebbero passare prima di qualsiasi decisione tutti i provvedimenti che riguardino i parchi e le aree protette. Il tavolo istituito da tempo non è ancora stato insediato. Non se ne conoscevano le ragioni.
Ora risultano più chiare: il ministro non intende discutere con nessuno e quando la legge lo obbliga non si fa scrupoli di modificarla. La cosa è tanto più singolare perché ciò avviene nel momento in cui tanto si parla e si straparla di federalismo; anzi di devolution. Non solo, ma come si ricorderà, da quando è cominciata la difficile e perigliosa navigazione della legge delega sulla legislazione ambientale si è sostenuto da parte del Ministero che ora bisognava fermare le macchine.
Il Parlamento è stato infatti più volte invitato a non mettere più bocca nella legislazione dei parchi in attesa che lo facesse la commissione dei 24 esperti prevista dalla legge. E perché non potessero esserci dubbi sul punto il ruvido capo gabinetto del ministro Matteoli si premurò persino di diramare agli uffici una circolare con la quale essi erano, come i parlamentari, inviati ufficialmente a fermare i motori, insomma a non fare niente, in attesa dell'arrivo dei nuovi Mosè.
Dopo tutta questa manfrina non priva dei suoi risvolti grotteschi alla Togni (il potente e disinvolto capo gabinetto di Matteoli) ecco la sorpresa. Ora possiamo capire quanto la sconfitta elettorale dell'Arcipelago bruci sulla pelle di un ministro che dopo avere tirato innanzi spavaldamente deve (doveva?) tornare a discutere con il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, per scegliere finalmente un presidente e non un commissario.
Ma far saltare il tavolo, se era sbagliato e inaccettabile quando il ministro riteneva, come ebbe a dire, di poterselo permettere perché aveva vinto, dopo che si è perso non è davvero più saggio. Con le istituzioni si discute non si mette mano alla pistola. |
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