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Elba Oggi Settimanale di attualità e cultura dell'Isola d'Elba
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Registrazione Tribunale di Livorno n° 682 del 26 Febbraio 2001
Direttore Responsabile: Francesco Oriolo
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L'Italietta dei rifiuti
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L'Italietta dei rifiuti L'Associazione internazionale per i rifiuti solidi dà la maglia nera all'Italia. Insomma, siamo sempre i soliti: negli altri Paesi europei si fa una seria e intensiva raccolta differenziata e si ricicla tutto, o quasi, con benefici economici per i contribuenti e per la società. Senza contare che non vi sono emergenze come quelle che da noi si verificano invece spesso. E in Italia cosa si fa per correggere tutto questo? Niente, o quanto meno quel poco che si fa lo si fa male...
"Nessuna sorpresa sui risultati dell’indagine Iswa. Per superare la logica del solo smaltimento in discarica, in Italia si tende a invertire l’ordine degli addendi e il risultato non è lo stesso. Se infatti si portasse al massimo la raccolta differenziata si potrebbe chiudere il ciclo con l’incenerimento ma nel nostro Paese si ragiona al contrario".
Così Roberto Della Seta, presidente di Legambiente, commenta la "pagella" consegnata al nostro Paese dall’Associazione internazionale per i rifiuti solidi. "Portare al massimo la raccolta differenziata, - spiega Della Seta - significa arrivare a una percentuale del 45/50%. A questo punto sarebbe anche plausibile un discorso di affiancamento dell’inceneritore per smaltire parte del restante. Ma purtroppo nel nostro Paese c’è tutta un’altra musica".
Qualche esempio? Basti pensare che in Sicilia si prevede la realizzazione di ben 4 siti d’incenerimento che arriverebbero a bruciare almeno l’80 dei rifiuti prodotti. In Abruzzo sono addirittura 3 gli inceneritori previsti per una regione che conta appena 1.200.000 abitanti. Nel Lazio, invece, gli inceneritori presenti sono già due ma se ne vorrebbero costruire altri 5. A Milano si lavora per costruirne un secondo che brucierebbe ben 1400 tonnellate di spazzatura al giorno.
In alcuni casi addirittura si predilige un ritorno al passato piuttosto che uno sforzo per una gestione sostenibile del rifiuto: nella provincia di Genova si sta formalizzando una proposta per un inceneritore che bruci non il cdr (combustibile derivato dai rifiuti), bensì il tal quale. Ma si inizia a parlarne anche a Torino.
"Con queste premesse - conclude il presidente di Legambiente - è chiaro che l’Italia è destinata a restare l’ultima ruota del carro: se in termini di smaltimento dei rifiuti si parte dall’incenerimento si arriverà a smaltirne gran parte con questa soluzione che comunque richiede tre anni per la costruzione e la messa a regime dell’impianto, nel frattempo le discariche in via d’esaurimento andranno al collasso e, come avviene ogni anno, l’Italia si troverà in emergenza. Legambiente ritiene che la soluzione più immediata per ridurre quantitativi di conferimento in discarica sia l’attivazione di raccolte differenziate domiciliari. Per garantire una volta per tutte una vera soluzione all’emergenza". |
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